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La conferenza stampa sul bando dei grandi eventi

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LAMEZIA TERME (CZ) – Continua a destare scalpore l’esclusione dal bando Grandi Eventi 2020 delle associazioni culturali lametine. Anche perché fino ad oggi si disconoscono i parametri utilizzati dai vertici regionali.

Un silenzio inquietante che andrebbe squarciato per fare luce su una vicenda che investe un settore determinante per la crescita sociale e culturale della Calabria e del Sud Italia.

La delusione è tanta per Francescantonio Pollice, direttore artistico di Ama Calabria, Ruggero Pegna, direttore artistico della Show Net srl, organizzatrice di Fatti di Musica, ma anche per Trame Festival che negli anni si era ritagliata uno spazio importante nel panorama regionale e nazionale.

Ma la delusione è tanta non solo per i diretti interessati, ma anche per i cittadini, assidui frequentatori di spettacoli che ponevano la Calabria in prima linea nel panorama nazionale. Eppure, fino ad oggi nulla, nessun chiarimento è giunto dai vertici regionali.

Intanto la vicenda non finisce qui. Gli interessati hanno intrapreso azioni legali. La denuncia di Ruggero Pegna degli ultimi giorni è emblematica: «La Commissione che ha effettuato le valutazioni era composta da esperti in dissesto idrogeologico, problemi ambientali, eventi sismici. Persone che non avevano la possibilità di valutare e giudicare la documentazione trasmessa. La graduatoria fa emergere un’arbitrarietà che sfocia nell’illegalità».

A sostenere le associazioni lametine interviene Rosario Piccioni, del movimento “Lamezia Bene Comune” che sottolinea come «dalla Regione verso mondo artistico e culturale» ci sia una «chiusura, assenza di trasparenza e pressapochismo inaccettabile».

«Quanto denunciato nei giorni scorso da diverse associazioni culturali della nostra città sulle ultime scelte dalle Regione nell’ambito della procedura per gli eventi finanziabili – afferma Piccioni – è intollerabile e dimostra ancora una volta il pressapochismo, la disorganizzazione e la totale assenza di trasparenza che caratterizza questa amministrazione regionale a guida Spirlì, che troppo spesso dimentica di essere in regime di “prorogatio” e continua a fare il buono e il cattivo tempo. Alcune di queste realtà hanno anche avviato azioni giudiziarie di fronte a meccanismi inaccettabili sui quali ora toccherà alle autorità competenti accertare».

«Non entriamo ovviamente nel merito della procedura e dei progetti presentati, ma a parlare – aggiunge Piccioni – sono le stesse realtà artistiche e culturali, la loro storia pluridecennale, la loro professionalità, le iniziative e i progetti realizzati negli anni che hanno dato lustro alla città e alla Calabria a livello nazionale. Non è tollerabile la mancanza di trasparenza e la totale confusione rispetto a progetti per i quali sono in gioco finanziamenti comunitari, una vera boccata d’ossigeno per il settore artistico e culturale dopo un anno drammatico che ha visto operatori e associazioni bloccati a causa dell’emergenza sanitaria. Questa è un’altra delle tante contraddizioni di chi sta guidando la Regione in questo momento: a parole siamo tutti con “i bauli neri in piazza”, con gli operatori dello spettacolo fermi da oltre un anno, e poi nei fatti, laddove possiamo concretamente agire, mettiamo i bastoni tra le ruote alle professionalità artistiche e culturali che sono uno straordinario patrimonio del nostro territorio? Com’è possibile far valutare i progetti finanziabili o meno da commissioni composte da figure esperte in altri campi dell’amministrazione?».

«Dietro ogni festival e manifestazione – conclude – ci sono centinaia di professionisti, operatori, c’è un indotto economico e una proiezione positiva per il nostro territorio. Il presidente Spirlì dia risposte chiare alle questioni sollevate dalle realtà culturali della nostra e di altre città calabresi e riporti la procedura a quei criteri di trasparenza e competenza fondamentali quando si tratta di fondi europei e quando è in gioco un settore chiave per la nostra regione quale quello della promozione culturale e artistica».

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