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Gianni Di Marzio sulla panchina del Catanzaro

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CATANZARO – Gianni Di Marzio, napoletano verace di Chiaia, è stato l’eroe della seconda promozione in serie A del Catanzaro di Nicola Ceravolo.

Interrotta prematuramente la carriera calcistica, Di Marzio rimase nell’ambito calcistico debuttando sulla panchina del Brindisi per passare alla Juve Stabia e quindi alla Nocerina, società con la quale vinse l’ambito Seminatore d’oro per la serie C.

Nicola Ceravolo, alla ricerca di stimoli nuovi, scommise forte su questo giovane tecnico di cui amici e conoscenti gli parlavano un gran bene e nell’estate del 1974 gli affidò il compito di rifondare la squadra per provare, dopo tre sfortunati tentativi, a riconquistare la serie A.

Ed in effetti, Gianni Di Marzio nel suo “essere”, vulcanico e trascinatore, in uno con la forza di idee calcistiche nuove, regalò al Catanzaro tre stagioni memorabili in cui dopo al campionato d’avanguardia del ‘74/’75 concluso ad un passo dalla promozione, persa solo dopo un maledetto spareggio a Terni, regalò l’olimpo del calcio consacrando anche Massimo Palanca come implacabile realizzatore. L’amara retrocessione dalla A del ‘76/’77 regalò comunque qualche domenica da copertina ove si pensi alle vittorie sul Milan in campo neutro e a Roma in casa Lazio.

Terminata l’avventura in giallorosso, Di Marzio proseguì nella sua Napoli e poi allenò in diverse altre piazze, prima di venir richiamato, nel 1988/’89 sulla panchina del Catanzaro dal presidente Albano.

Purtroppo, però, la nuova avventura del vulcanico allenatore, amatissimo dall’ambiente e ricordato con accenti di autentica commozione da chi lo ha affiancato in quegli anni, non è più all’altezza delle precedenti e Di Marzio chiude così la sua lunga parentesi giallorossa senza ulteriori trionfi. 

In ogni caso, Di Marzio è senza dubbio l’allenatore che più di ogni altro ha saputo avvicinare i tifosi giallorossi allo stadio (sua è stata l’idea della nuova sistemazione dei gradoni della curva e dei Distinti molto più vicini al campo da gioco per provare a mettere pressione sugli avversari), grazie alla sua capacità di galvanizzare squadra e pubblico conquistando al contempo ottimi risultati.

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