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Viviamo in una realtà plurale, perché non ammetterlo? Cosenza, scriveva qualcuno un po’ di anni fa ha la “mania” del doppio (che qualche volta si triplica pure). Siamo o non siamo una grande area urbana? Ed allora perché ancora steccati tra la città capoluogo e l’hinterland cosentino? A volte la società civile è più avanti di quella politica… nessun cosentino che abita ad Andreotta o a Commenda, a Vadue o a Laurignano direbbe mai che non è di Cosenza… e se incominciassimo a dire «sono di Cosenze», faremmo contenti chi ancora scalpita a non vuole questa “grande Cosenza” soprattutto come entità ammistrativa.

Tutto cambia, tutto muta diceva un filosofo presocratico, ma veniva subito controbattuto dall’alto che replica: «niente cambia, niente muta»… ed invece la realtà ci dice il contrario.

Prendiamo ad esempio la Fiera di San Giuseppe, in molti ci saremmo aspettati una fiera tutta nel centro storico, con le nostre bellissime piazze colorate e vocianti almeno per qualche giorno… invece il nuovo e lungo viale Parco ha preso il sopravvento sui vicoletti pieni di storia del centro storico ed anche la quasi millenaria fiera si è diretta verso Nord, per congiungersi all’altra Cosenza (per intenderci Rende) che è scesa dal suo cocuzzolo (da qualche mese anche il municipio è al “Borromeo”) per congiungersi a questa nuova città che cresce. La città del Crati ha però bisogno di non perdere le sue radici… che sia per noi cosentini che per quelli di Rende sono nel centro storico. La sfida sarà proprio questa come ridar vita al luogo che ci ha generati. Anche questo blog può essere un nuovo punto di partenza per discutere di noi, ma tra noi. Buona discussione a tutti.

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