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Si parla anche di Ciardullo alla quinta edizione della Settimana della cultura calabrese di Camigliatello Silano (da domenica 24 a domenica 31 agosto 2014), nel sessantesimo anniversario della sua morte, avvenuta a Cosenza il 10 marzo 1954. I cosentini dedicarono al poeta dialettale, nella piazza XXV Luglio, un busto bronzeo realizzato dallo scultore calabrese Giuseppe Rito, posizionato sopra un massiccio lapideo trasportato dalla Sila, a ricordo del suo grande amore per l’Altipiano, dove era nato. Per oltre un anno la scultura rimase coperta da un drappo nero, una notte una brigata di bontemponi, oltre a togliere il drappo, apposero un cartello con la scritta: «Cusentì, v’aju fricatu, ca sulu mi sugnu scumbegliato» in tono con l’arguta amabilità del personaggio.

Una sua foto la troviamo nel Bar Renzelli su corso Telesio, dove Ciardullo incontrava gli amici e declamava le sue poesie. Ma in città c’è un altro luogo “ciardulliano” che merita di essere ricordato: la Villa Minerva del conte Minervini in via Frugiuele, che negli anni 40-60 rappresentò per Cosenza uno dei principali salotti dell’aristocrazia intellettuale cittadina.

In questa casa Ciardullo insieme a Oswaldo Minervini composero alcune delle più belle canzoni folcloristiche cantate dal Coro della Sila. Solo per citare le più note: Serenata sc-cattarusa, U pecuraru, Cu e cucurucù, Mara Tiresa e Stornellata della Sila. A Camigliatello ci sarà anche una mostra dedicata al settimanale umoristico edito da Michele De Marco, la testata «Ohè!» nata nel 1924, ma l’anno dopo dovette chiudere per le nuove norme restrittive sulla stampa volute dal regime fascista.

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