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COSENZA – Per superare un concorso pubblico per tecnico radiologo all’ospedale Annunziata di Cosenza la somma da versare era di 7500 euro. Su segnalazione di Mario Santoro, il medico di Cariati arrestato nell’operazione Genesi che ora collabora con la Procura di Salerno, il coindagato Pino Tursi Prato, politico cosentino, stando a quanto emerso, invece, nella parallela operazione Thomas, condotta, dalla Dda di Catanzaro, si sarebbe “interessato” per corrompere la commissione esaminatrice e pagare i pubblici ufficiali.

C’era da aiutare un’amica di famiglia di Santoro, che già s’era rivolto a Tursi Prato per una raccomandazione per ottenere un posto da dirigente all’Asp di Cosenza in modo da andare in pensione con una posizione di privilegio. L’analisi delle intercettazioni eseguite dalla Guardia di finanza di Crotone, però, avrebbe fatto luce anche su un episodio del 2017.

Pare che per la riuscita della raccomandazione fosse necessaria appunto la corresponsione della somma, 7500 euro appunto, che Tursi Prato lamentava di non aver ricevuto. «Io ho già i soldi», direbbe Santoro promettendo di versarli una mattina di novembre, un attimo prima dell’ingresso in aula della ragazza, ma Tursi Prato insisterebbe nel precisare che la cosa sarebbe andata in porto anche pagando in anticipio il pattuito e non si rischiava di avere brutte sorprese. «Forse ti pensi che noi facciamo chiacchiere». Il riferimento era alla prova orale e la ragazza sarebbe figurata tra i vincitori da assumere. Sarebbe poi Tursi Prato a spiegare il sistema.

«Quando tu hai un raccomandato ed è pure bravino ti aiuta». Altro è quando si tratta di un “ciuccio”, e sarebbe, secondo Tursi Prato, il caso di un assistente in oncologia. «Io lo dovevo far vincere… ad un certo punto prende la commissione… io ero presidente… ma preside’ questo non capisce niente… non avete capito niente, dev’essere il primo». E giù sghignazzate di Tursi Prato, captate pure quelle dai finanzieri di Crotone. Ma se il racconto fosse veritiero ci sarebbe da piangere.

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