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Giovanna, la titolare di un bar di Cosenza durante la sua protesta

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COSENZA – «Non ho parole è una vergogna. Dopo tanti sacrifici per riaprire con mille difficoltà burocratiche e tanto coraggio arriva la notizia della chiusura. Ma si rendono conto del danno economico?».

Quello di Francesca proprietaria di uno dei locali di Cosenza che in questi giorni aveva riaperto l’attività e messo i tavoli all’aperto per le consumazioni, è uno dei tanti sfoghi dopo la decisione del Tar (LEGGI LA NOTIZIA). È tanta la delusione tra gli esercenti di Cosenza e da oggi ci saranno saracinesche abbassate di bar e pasticcerie che avevano riaperto seguendo le direttive della presidente della Regione Jole Santelli. «Una settimana aperti, con forniture fatte, finalmente qualche scontrino battuto e ora dobbiamo chiudere nuovamente. È assurdo, moriremo di fame» ha detto Francesco, titolare di un bar su corso Mazzini, commentando la sentenza del Tar Calabria. «Siamo delusi e avviliti. Oggi – ha dichiarato un altro esercente – speravamo in qualche incasso in più. Anche se si potrà ancora acquistare, senza consumare ai tavoli non è la stessa cosa, quindi ci conviene chiudere. Non ci sono soldi e restare aperti solo per un caffè da asporto è impensabile».

Giovanna Mirabelli Ester Andrea Italiano

Pubblicato da Giusy Mazzei su Domenica 10 maggio 2020

La maggior parte dei proprietari di bar di Cosenza – l’unico capoluogo di provincia in cui l’ordinanza regionale era applicata visto che nelle altre città era stata sospesa da ordinanze dei sindaci – lamenta la mancanza di aiuti e sostegni e ritiene che la crisi economica sarà devastante. «Chi ha deciso – ha aggiunto un altro barista – non ha tenuto conto che stiamo perdendo tutto noi, i nostri dipendenti e anche i clienti che cercavano un po’ di normalità pur rispettando tutti le regole».

E c’è qualcuno che annuncia anche azioni più clamorose, «Mi incateno – dice Giovanna – ho già preparato le catene».

A molti poi sembra una presa in giro poiché probabilmente il 18 maggio sarà lo stesso Conte a riaprire le attività. E c’è chi come Francesco fa notare che sono stati fatti anche interventi per la sanificazione, per comprare termometri, disifettanti e Dpi.

Il primo cittadino di Cosenza, Mario Occhiuto, che al contrario di molti altri sindaci calabresi aveva applaudito la scelta della governatrice, ha dichiarato che «in Calabria il buon senso direbbe che le aperture di alcune attività sono possibili, con le adeguate misure precauzionali, visto che il numero dei contagi è molto basso. Non ha senso adottare le stesse misure per tutte le regioni in presenza di condizioni così differenti. Resta il fatto che rimane necessario un coordinamento istituzionale per evitare incertezze e disagi agli esercenti e agli utenti».

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