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Le bare accatastate al cimitero (foto Gilda Pucci)

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COSENZA – Sono almeno 80 le bare accatastate al cimitero di Colle Mussano, in attesa di ottenere sepoltura. Su qualcuna sono ancora deposti dei fiori, su altre i familiari hanno lasciato dei lumini a batteria. Erano 49 ad aprile, quando l’amministrazione comunale – con il vicesindaco e assessore ai lavori pubblici Francesco Caruso – garantiva che l’emergenza in corso aveva «carattere di eccezionalità, acuita anche dalla situazione contingente venutasi a creare per l’epidemia da Covid-19» ma che «adesso» (ovvero ad aprile) era in via di risoluzione.

Le restrizioni imposte dall’emergenza Coronavirus non hanno aiutato, ma quando è arrivato il lockdown l’emergenza era già in corso. «Nell’arco di breve tempo – spiegava Caruso alla commissione Lavori pubblici lo scorso 23 aprile – saranno completati gli interventi per la realizzazione di 96 loculi che riusciranno a soddisfare il fabbisogno e a colmare l’insufficienza manifestatasi».

Interventi evidentemente ancora in corso e che tra un po’, a fronte del numero di feretri in attesa, potrebbero anche risultare insufficienti. L’altra strada seguita dal Comune è quella delle estumulazioni. A maggio è uscito l’avviso pubblico destinato ai titolari di concessioni ormai scadute per loculi nel cimitero comunale. Si può rispondere fino al 22 giugno e due sono le alternative: rinnovare la concessione o lasciare il loculo, trasferendo la salma del proprio caro defunto in un ossario. «L’attivazione delle estumulazioni – aveva spiegato Caruso – avrà come effetto la liberazione di loculi che si renderanno disponibili per la riutilizzazione. Con l’entrata a regime del procedimento di estumulazione progressiva, i fabbisogni realizzativi di nuovi loculi saranno ridotti significativamente già nel corso del 2020».

Le operazioni inizieranno il 29 giugno, si leggeva nella nota del Comune. Ammesso che si rispetti la tabella di marcia. «Anche i cimiteri delle frazioni saranno tra poco in emergenza» dice il consigliere comunale Marco Ambrogio che già ad aprile aveva sollevato il caso, chiedendo la convocazione di una seduta del consiglio comunale. A Donnici, ad esempio, restano non più di 4 loculi liberi. «Da questa continua carenza di posti disponibili si può uscire solo destinando ai servizi cimiteriali un fondo ad hoc in bilancio. Se le entrate finiscono nel conto generale dei Lavori pubblici saremo sempre costretti a inseguire l’emergenza» commenta Ambrogio.

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