L’arresto del latitante Leonardo “Nino” Abbruzzese
2 minuti per la letturaCASSANO – È giugno quando Leonardo “Nino” Abbruzzese, alias “Castellino”, decide di darsi alla macchia, sottraendosi all’arresto nella maxi operazione contro la ‘ndragheta sibarita chiamata “Athena”. I carabinieri, tuttavia, sono già sulle sue tracce da quando, alcuni giorni prima, si rende protagonista del tentato omicidio di due extracomunitari nel pieno centro di Cassano.
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Per cercarlo, partono da Spezzano Albanese: è lì, infatti, che l’uomo, affiliato di spicco del clan Abbruzzese-Forastefano, possiede la sua rete di agganci e coperture, la base dei suoi traffici illeciti. Seguendo i movimenti di una Punto Bianca che si aggira nei paraggi scoprono, però, ben presto che la pista porta altrove, ovvero a Bari. Non a caso proprio il capoluogo pugliese era diventato il covo del latitante e della sua amante, Noemi Selvaggi, 22enne di Cassano.
Attraverso il posizionamento di due Gps, uno dei quali installato a ridosso della tangenziale – e con l’ausilio dei colleghi del Comando locale – i militari cinturano la zona e individuano il punto esatto in cui si nasconde: una grande villa, a un palmo dalla circonvallazione.
Il fiuto investigativo degli uomini del Comando provinciale di Cosenza e del Nucleo operativo, guidati dal colonnello Agatino Saverio Spoto e dal tenente colonnello Dario Pini, li porta a considerare un dettaglio: la data, 6 novembre, giorno di San Leonardo. Sarà la chiave per far sì che il blitz vada a colpo sicuro. Facile che “Nino” e la sua donna trascorrano la giornata in casa per festeggiare la ricorrenza.
Non si sbagliano: le telecamere immortalano i preparativi, con tanto di barbecue in giardino. Dopo qualche ora – e dopo una fuga soltanto abbozzata da un’uscita secondaria -, Leonardo Abbruzzese viene catturato, e insieme a lui, anche i suoi fiancheggiatori: oltre a Noemi, i carabinieri arrestano Pasqua Laddaga, classe ‘68, di Bari, proprietaria della villa, e sua figlia Vittoria Lovreglio, classe ‘82, anche lei di Bari. Rinvenuta dai carabinieri in un cassetto del comodino, Laddaga custodiva copia dell’ordinanza “Athena”, a riprova del fatto che la stessa fosse perfettamente a conoscenza dell’identità e dei trascorsi criminali del suo “ospite”.
Contestualmente, sono stati sequestrati circa 5mila euro in contanti, che Vittoria Lovreglio avrebbe avuto il compito di nascondere.
I LEGAMI CON LA CRIMINALITÀ PUGLIESE
Ma vi è di più. L’asse tra gli Abbruzzese e il clan Lovreglio – di cui vi è già ampia traccia nel faldone dell’inchiesta “Athena” – sembra ormai più di una suggestione.
Oltre ad aver ricevuto una base logistica dai membri della famiglia, non è difficile ipotizzare che l’ormai ex latitante possa aver intessuto rapporti con la criminalità organizzata del posto e coltivato affari illeciti per conto della cosca di appartenenza.
Ma su questo aspetto sono in corso gli approfondimenti investigativi del caso i cui sviluppi sapranno fornirci un quadro più completo.
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