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COSENZA – La polizia stradale di Cosenza e i militari del comando provinciale della Guardia di finanza di Cosenza hanno eseguito 39 misure cautelari personali nei confronti di altrettante persone: 29 arresti ai domiciliari, 8 in carcere e 2 obblighi di firma.

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Le misure sono per traffico internazionale di autoveicoli di provenienza illecita, riciclaggio, ricettazione, furto, incendio, truffa, falso, usura, spaccio di sostanze stupefacenti e commercio di armi. Nella vasta operazione sono state impegnate oltre 300 unità tra personale della polizia stradale e guardia di finanza ed effettuate oltre 70 perquisizioni per 400 capi di imputazione e un volume di affari pari ad un milione di euro per il traffico di droga e interessi mensili riferiti all’usura.

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L’indagine, denominata “Factotum”, ha avuto origine da una segnalazione della Polizia Stradale relativa ad un traffico internazionale di veicoli di provenienza illecita ed ha fatto emergere il coinvolgimento di vari personaggi che, sul territorio italiano, grazie «a consolidati legami con esponenti criminali dei Paesi dell’est europeo, in particolare la Romania», si appropriavano di auto di grossa cilindrata noleggiate in diverse società di leasing, utilizzavano falsa documentazione di circolazione e di proprietà e le ‘ripulivano’ reimmatricolandole all’estero dove venivano poi commercializzate.

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Per il successo dell’operazione è stata fondamentale la collaborazione dell’autorità giudiziaria e dalla polizia rumena in sede di rogatoria internazionale ed, in particolare, attraverso approfondimenti investigativi svolti sul territorio straniero dai magistrati e dalla polizia giudiziaria italiani. Dalle indagini è inoltre emersa una vera e propria “rete di spaccio di stupefacenti”, di diversa tipologia (cocaina, hashish e marijuana): con frequenza quasi giornaliera, veniva rifornito un numero impressionante di consumatori prevalentemente giovani e adolescenti, con un giro di affari di circa 1 milione di euro. “Gli indagati, specializzati nel traffico di droga – osservano polizia e guardia di finanza – talvolta facevano sfoggio delle proprie potenzialità offensive utilizzando armi di fuoco abusivamente detenute”. Sono emerse infatti attività di usura ai danni di 11 soggetti, ai quali venivano praticati interessi annuali oscillanti tra il 120% ed il 300% richiedendo in garanzia il rilascio di titoli di credito. Le vittime, piccoli imprenditori e persone fisiche, versavano in condizioni di grave difficoltà economica e, laddove non riuscivano a far fronte al pagamento del capitale o degli interessi, subivano atti di intimidazioni da parte degli indagati.

Il Commento del procuratore Spagnuolo

«L’operazione di oggi – ha chiarito il procuratore di Cosenza Mario Spagnuolo – evidenzia l’affermarsi di un nuovo modello criminale che si sovrappone a quello tradizionale della criminalità organizzata. Questa nuova forma non ha strutture gerarchiche o piramidali, non rispetta alcuna regola di divisione del territorio, non ha regole interne da osservare. Commette un insieme importante importante di reati che finiscono per condizionare negativamente la vita del gruppo sociale. Una sorta di criminalità liquida che si compone e si scompone in tempi brevissimi». «Non c’è un capo e non ci sono regole. È una criminalità che desta un particolare allarme sociale, perché c’è in ballo anche tanta droga con un volume di affari pari ad un milione di euro. Purtroppo non abbiamo quantificato i costi umani di questa operazione». «La Procura della Repubblica di Cosenza – ha detto ancora il procuratore Spagnuolo – è impegnata nell’attività istituzionale di individuazione degli autori di questi come di tutti gli altri reati su cui è competente».

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