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Tristi colonne di fumo si alzano da una zona di campagna del Cosentino

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L’hinterland cosentino pesantemente colpito dalle fiamme

COSENZA – Per il terzo giorno consecutivo Cosenza si è svegliata circondata dagli incendi. Brucia l’hinterland, bruciano Vadue di Carolei (GUARDA IL VIDEO), Mendicino, Donnici e ancora Luzzi, dove due giorni sono saltate in aria anche alcune bombole a ridosso delle abitazioni. E anche questa volta sotto minaccia c’erano le abitazioni dei cittadini, costretti a lasciare le case. Il bilancio, ormai, è quello di un bollettino di guerra, con ettari di campi coltivati andati in fumo, animali uccisi, auto ridotte a pezzi di acciaio bruciato e fienili letteralmente inghiottiti dai roghi. A Lattarico e Mendicino infatti due edifici sono finiti nella morsa dell’incendio, mentre a Luzzi le fiamme hanno raggiunto la zona di Serra Civita, dove sono intervenuti i mezzi aerei a disposizione. Il fuoco è ritornato ad ardere vicino le case di zona Serra Civita, tanto da rendere necessario l’intervento degli elicotteri.

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Ma si segnala anche la reazione dei cittadini colpiti dai roghi. Molti sono scesi in strada per aiutare vigili del fuoco e operai di Calabria verde, che in queste ore stanno cercando di arginare le fiamme con turnazioni senza sosta.

La situazione più drammatica a Mendicino, dove sono quattro giorni che gli incendi continuano a mangiarsi ettari di terreno. Attualmente la zona colpita è quella dell’Acheruntia, peraltro area ad alto dissesto idrogeologico. Anche a Donnici la situazione si è fatta molto pericolosa, con le fiamme che hanno sfiorato alcune abitazioni fino a toccare nuovamente l’autostrada. Il tratto da Cosenza Sud a Rogliano infatti è stato nuovamente chiuso al traffico per qualche ora, per consentire l’intervento dei mezzi di soccorso. Anche Vadue di Carolei è pericolosamente sotto attacco delle fiamme. Alcune villette infatti sono state raggiunte dal fuoco, ma per il momento non sembrano esserci danni alle abitazioni. L’accesso a Vadue, però, è stato chiuso per diverse ore per poermettere ancora una volta ai soccorritori di intervenire. Fino al tramonto i canadair hanno fatto al spola per cercare di spegnere i roghi più pericolosi, mentre vigili e Calabria verde hanno cercato di fare il resto, arginando i fronti in modo da evitare l’estendersi delle fiamme.

IL VESCOVO – E ieri, dopo la tragica giornata di venerdì è intervenuto anche il vescovo Nolè della diocesi Cosenza-Bisignano.

«Non posso non esprimere – ha detto – la mia vicinanza ai danneggiati, ai morti e ai feriti, e la mia preoccupazione unitamente a tutti i presbiteri, religiosi, diaconi, e alle donne e agli uomini di buona volontà della nostra Chiesa. Papa Francesco nella sua recente enciclica “Laudato si” ha più volte evidenziato il dovere di ogni uomo di riconoscere la grandezza del Creato, l’urgenza di custodirlo e la bellezza della sfida che abbiamo davanti per continuare a collaborare per la cura della creazione. Esorto chi ha commesso tali gesti a convertirsi, a cambiare vita, a chiedere perdono, a rinnovarsi nel cuore e secondo la logica evangelica a compiere gesti concreti di riparazione. Incoraggio quanti si impegnano per la custodia del bene comune, anche a rischio della vita, e ringrazio le istituzioni, i Vigili del Fuoco, la Protezione civile, i volontari; la gratitudine della chiesa cosentina va principalmente a loro e li guardiamo con speranza come custodi di questa terra calabra meravigliosa nella quale agiscono come argini ad una cultura criminale e devastatrice che non ha nulla di razionale, nulla di giustificabile, nulla di umano. La cura dei nostri ecosistemi, ci ha ricordato il Papa, richiede uno sguardo che va al di là dell’immediato “perché quando si cerca solo un profitto economico, rapido e facile, a nessuno interessa veramente la loro preservazione”. È necessario uno sforzo comune per riportare l’uomo alla coscienza del suo essere custode e questo va fatto in tutti gli ambiti educativi: dalla scuola alla famiglia, dai mezzi di comunicazione fino alla parrocchia».

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