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Gli uffici dell'Asp di Cosenza

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COSENZA «Qual è la documentazione idonea da presentare? Certo, il libretto vaccinale o la prenotazione, ma se non si riesce ad accedere neanche alla prenotazione, bastano la telefonata al Cup o una mail o una raccomandata con avviso di ricevimento alla Asl. È praticamente impossibile non dimostrare la volontà del genitore di voler vaccinare il figlio». Diceva così il ministro della Salute Beatrice Lorenzin ai microfoni di Sky tg24 pochi giorni fa.

«Praticamente impossibile». Ovunque forse, ma non a Cosenza. Perché a Cosenza, come ci spiegano in queste ore numerose mamme dopo ore d’attesa nel centro vaccini di via 24 maggio, non è possibile prenotare le vaccinazioni. Non ci sono telefonate, mail o ricevute di raccomandate da esibire in queste ore alle scuole, per garantirsi l’iscrizione dei figli e attendere poi il proprio turno sereni a casa. Farsi trovare pronti per l’inizio dell’anno scolastico – a fronte delle novità introdotte dal decreto che aumenta il numero dei vaccini obbligatori – significa una sola cosa per mamme e papà a Cosenza: corse, ressa e attesa. E non tutto, spesso, va per il verso giusto. Ieri, ad esempio, i genitori in fila all’ufficio vaccinazioni di via 24 maggio hanno chiesto l’intervento delle forze dell’ordine. Ma andiamo con ordine.

 

L’eliminacode per i vaccini

Dal momento che non si può effettuare la prenotazione, al centro vaccini di Cosenza funziona come in un ufficio postale: con l’eliminacode. I genitori cercano di arrivare presto per accaparrarsi un buon posto e restano in attesa. Il centro vaccini è aperto dalle 9 alle 12 (più due turni pomeridiani): si può prendere il bigliettino “tagliacode” entro quell’ora. Scoccato mezzogiorno, si chiudono le porte e solo chi è dentro può procedere con le vaccinazioni. In questo momento, a ridosso dell’apertura delle scuole e con gli asili nido che hanno già iniziato l’attività, tre ore al giorno però non bastano per dare risposta a tutta l’utenza.

Ieri, ad esempio, al centro di Cosenza l’eliminacode ha staccato almeno un centinaio di ticket e a mezzogiorno – con due medici e due infermiere di turno – non si era neanche a metà dell’opera. Alle 13 e 30, però, le infermiere hanno deciso di staccare. Sono uscite dal laboratorio e hanno annunciato che alle due meno un quarto sarebbero andate via. Né hanno cambiato idea – ci raccontano le mamme in attesa – davanti alla contrarietà delle dottoresse in servizio e degli stessi genitori. Timbrato il cartellino, sono andate via, mentre alcune madri hanno chiamato prima l’Asp (ma è stato risposto loro che il dirigente non c’era), poi le forze dell’ordine. Le dottoresse hanno comunque deciso di andare avanti senza sosta per vaccinare tutti i bambini ancora in attesa. Sul posto è intervenuta una volante, ma l’emergenza è poi rientrata perché la prosecuzione del servizio era garantita.

Oggi stesso copione, o quasi. Sala piena, lunghe ore d’attesa, genitori stremati, bambini – anche molto piccoli – costretti a restare lì ad aspettare il proprio turno. Alle 12 un’infermiera comunica ai genitori che non si può andare avanti, perché la dottoressa sta male. Scatta di nuovo la segnalazione alla polizia, con l’arrivo della Volante.

«Non si può prendere esempio da Rende, dove da tempo i vaccini si prenotano?» chiedono diversi genitori. Va detto, però, che anche dai genitori residenti a Rende arrivano lamentele. Perché anche se la prenotazione c’è, negli uffici si registra comunque la ressa. Il personale a ranghi ridotti e le informazioni contraddittorie e confuse circolate in questi giorni fanno il resto. Si segnala, ad esempio, la corsa alle certificazioni da esibire a scuola. Almeno questa, però, dovrebbe finire, visto che pochi giorni fa l’Ufficio scolastico regionale e la Regione Calabria hanno firmato un protocollo d’intesa per risparmiare ai genitori l’onere di procurarsi le dovute certificazioni.

 

Il protocollo per la scuola

Il testo del protocollo e la circolare del direttore generale dell’Ufficio scolatico regionale Diego Bouché sono reperibili sui siti di diverse scuole. L’accordo prevede che gli istituti trasmettano gli elenchi di tutti gli alunni iscritti, di età compresa tra o e 16 anni, alle aziende sanitarie provinciali entro l’8 settembre.

Saranno le Asp a verificare la situazione degli iscritti, a contattare le famiglie per risolvere eventuali problemi e a comunicare alle scuole l’elenco dei ragazzi non in regola con le vaccinazioni obbligatorie. Particolare attenzione è riservata ai bambini tra 0 e 6 anni, perché per loro la presentazione della documentazione vaccinale costituisce un requisito d’accesso alle scuole dell’infanzia e alle sezioni primavera dall’11 settembre.

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