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Con la carenza idrica di questi mesi in Calabria anche un gesto semplice come lavarsi le mani può essere un problema

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Il territorio di Cosenza sarà quello più colpito. Troppa la dispersione lungo le reti cittadine

I CALABRESI da un po’ di tempo vivono con una riserva di acqua in casa. Sembra di essere tornati ai vecchi antichi, bidoni, vasche riempite d’acqua, tutto per fronteggiare l’emergenza idrica che negli ultimi tempi si è fatta sentire con insistenza. Anche il gesto più semplice, come lavarsi i denti, diventa un problema.

Il territorio più colpito è quello cosentino ma anche le altre province calabresi non sono messe bene. Carenza di pioggia, una estate torrida che si è prolungata fino a settembre e il sistema carente delle reti cittadine, con una grossa dispersione di acqua, sono un mix esplosivo.

La Sorical continua a lanciare l’allarme e ieri ha diramato un altro comunicato sottolineando come in provincia di Cosenza sia emergenza. La carenza idrica non migliorerà per i prossimi mesi nonostante sia arrivata la pioggia. Sorical ha rilevato un calo di portata che anche nel mese di ottobre, in netta controtendenza rispetto al recente passato, al punto da far segnare punte record per alcuni schemi come l’Abatemarco-Capodacqua (-25%) al servizio di 25 Comuni tra cui Cosenza, Rende, Castrolibero e Montalto Uffugo. L’acquedotto Bufalo (-27%), al servizio di 16 comuni a Sud di Cosenza tra cui Mendicino, Rogliano, Grimaldi ed Aiello Calabro. Cali più vistosi per le sorgenti più piccole degli Schemi acquedottistici Rende Uniti, Marano Uniti, Fondente-Botte Donato al servizio dei Casali del Manco con cali tra il 35 e il 40%. In crisi anche gli acquedotti al servizio della Sibaritide e Basso Jonio: il Macrocioli, a servizio di diversi comuni tra cui Mirto e Calopezzati. Preoccupa anche l’Ejano che preleva acqua dal massiccio del Pollino, nel Comune di Frascineto, e alimenta popolosi centri abitati come Cassano Jonio, Villapiana, Cerchiara, Trebisacce e Roseto (verso nord) e Corigliano Calabro verso sud. Nella Presila Catanzarese in calo del 40% le sorgenti dell’acquedotto Posino a servizio di Tiriolo, Gimigliano, Miglierina, Amato. L’Alto Simeri è in calo del 22% , nelle scorse settimane è entrata in crisi l’erogazione ai Comuni di Pentone, Sorbo, Magisano, Simeri Crichi, Soveria Simeri, Zagarise e Sellia Superiore e Sorical ha chiesto ad A2A un maggiore rilascio di acqua dalla diga del Passante.

Nel Vibonese in calo da mesi del 30% l’acquedotto Monte Poro al servizio di Briatico, Cessaniti, Filandari, Zungri, San Costantino, Rombiolo, Ionadi, Filandari e Briatico. In calo del 30% anche le sorgenti del Tuccio che alimenta la parte sud della città dello Stretto fino a Melito Porto Salvo. “I tecnici della Sorical, – è scritto nella nota – per sopperire alla ridotta produzione delle sorgenti, dove è possibile, sta utilizzando acqua emunta dai pozzi che, negli anni scorsi, venivano attivati solo in piena estate per soddisfare la maggiore domanda per l’aumento della popolazione”. “Sorica – è scritto ancora – fa presente che nonostante la siccità in corso, l’acqua erogata ai serbatoi sarebbe sufficiente al soddisfacimento del fabbisogno della popolazione sottesa se non si disperdesse a causa della vetustà della reti cittadine”.

A Catanzaro, infatti, si va avanti con una rottura dopo l’altra in zone diverse della città. Ogni giorno i tecnici comunali sono all’opera per la sistemazione, ma spesso non basta. In altri comuni specifica la Sorical “siamo intervenuti a proprie spese a supporto dei Comuni con squadre di ricerca perdite per alleviare i disagi. In tal senso è stata ripristinata la regolare erogazione all’Università della Calabria dove squadre della Sorical, hanno rilevato e riparato due grosse perdite di difficile individuazione che disperdevano il 60% dell’acqua disponibile. Mentre a Reggio Calabria i tecnici stanno lavorando a supporto del Comune per l’efficientamento della rete municipale ed è in corso di esecuzione la costruzione del bypass al Cedir”.

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