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Il luogo dove è stato trovato cadavere Donato Bergamini

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Il legale della famiglia: «Era già morto prima di essere coricato sotto il camion»

CASTROVILLARI (COSENZA) – Denis Bergamini sarebbe stato soffocato “con una busta” pochi istanti prima di essere investito dal camion guidato da Raffaele Pisano. È l’ipotesi prospettata oggi pomeriggio dai periti del gip di Castrovillari durante l’incidente probatorio svolto in Tribunale (nella foto in basso il procuratore capo Eugenio Facciolla alla fine dell’udienza).

A loro avviso, quando il 18 novembre del 1989, la ruota anteriore destra dell’automezzo ha sormontato il corpo del calciatore del Cosenza, quest’ultimo poteva essere già morto oppure in fin di vita a causa di quello che gli stessi consulenti hanno definito “soffocamento soft”.

L’idea della busta trova spiegazione nel fatto che qualunque altro mezzo impiegato – le mani, una sciarpa, un cuscino – avrebbero lasciato dei segni non rilevati invece dalle due autopsie effettuate sul corpo dell’atleta. Allo stato attuale, sia Pisano che l’ex fidanzata della vittima, Isabella Internò, sono indagati con l’accusa di omicidio volontario.

IL LEGALE. «Donato Bergamini fu soffocato ed era già morto prima di essere coricato sotto il camion – ha detto all’Ansa l’avv. Fabio Anselmo, legale della famiglia Bergamini subito dopo l’incidente probatorio – è stata assolutamente confermata l’ipotesi della morte per asfissia ed i periti hanno detto che era già morto prima di essere coricato sotto il camion»

LA FAMIGLIA BERGAMINI. «La prima verità è arrivata perché mio fratello l’hanno soffocato, adesso aspettiamo le altre». Così Donata Bergamini, sorella del calciatore del Cosenza Donato «Denis», ha commentato quanto riferito nel corso dell’incidente probatorio.

«Sono soddisfatta tantissimo – ha aggiunto – anche perché oggi è stato fatto quello che doveva essere fatto allora. Sono provata? È chiaro che comunque si tratta di una morte negata per 28 anni e quindi uno non può esprimersi in un modo diverso. Sono molto soddisfatta per il lavoro che hanno fatto i periti e anche per le spiegazioni che hanno dato».

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