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Pietro Napoletano

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SARACENA (Cosenza) – Il giornalista Pietro Napoletano, storico direttore della rivista del Parco Nazionale del Pollino “Apollinea”, si è spento a Saracena dopo una lunga malattia. I funerali si sono svolti oggi a Saracena.

Nato a Firmo l’8 novembre 1931, era giornalista pubblicista iscritto all’Ordine della Calabria dal 20 gennaio 1990. Fine poeta e scrittore “arbereshe”, ha pubblicato numerosi libri: “Sussurri”, liriche, Edizioni. Mit, 1960; “All’ombra del miracolo”, poesie, Pellegrini Editore 1963; “Saracena ieri e oggi”, saggio, 1969; “Qualcosa s’č fermato”, liriche, 1970; “Nedrim Fermės – Omaggio a Firmo”, saggio su Firmo con silloge di liriche arbėreshė, 1976; “Njė jetė qė biret”, liriche arbėreshė, 1980; “Profilo storico di San Leone, protettore di Saracena”, 1983; una monografia storico artistica della “Chiesa parrocchiale di San Leone”, 1989; “La luna di carta”, commedie per ragazzi, Ed. Prometeo, 1990; “Il Volto della Memoria”, racconti e bozzetti, Edizioni Il Coscile, 1995; “Is Mnimņsinon”, raccolta di scritti scelti di Domenico Napoletano, Edizioni Il Coscile, 1999; “Vocabolario italiano – arbėresh “, Edizioni Il Coscile, 2002. Numerose anche le opere inedite, tra cui: “Kroi ynė”, commedia arbėreshe.

Messaggi di cordoglio sono giunti da tanti amici, colleghi e istituzioni. L’Amministrazione comunale di Firmo lo ha voluto ringraziare pubblicamente per il grande patrimonio culturale e per l’amore nei confronti della sua terra: «La sua forte passione delle tradizioni “Arbëreshe” che sono di stimolo per le nuove generazioni. Un uomo sempre disponibile, pronto a collaborare con tutti mettendo a disposizione le sue grandi capacità culturali».

Anche il presidente dell’Albania, Ilir Meta, ha voluto ricordare Pietro Napoletano: «Il suo lavoro e l’attività letteraria contemporanea hanno lasciato profonde tracce nella nostra comune cultura e nel nostro linguaggio principale. Le poesie di Napoletano in Arbërishtt “Kakroi dei Pirukes” e “Brinj mulino” sono una testimonianza non solo del suo raro talento letterario, ma anche del suo straordinario amore per il linguaggio arbereshe».

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