X
<
>

Condividi:
5 minuti per la lettura

COSENZA – Non fa in tempo a inaugurare che scoppia un’epidemia globale. A gennaio 2019 Fabio Perna, titolare della storica Mad Pizza di via Riccardo Misasi, avvia i lavori di ampliamento del suo locale: l’idea è quella di offrire, oltre ai tradizionali servizi di asporto e domicilio, anche la possibilità alla clientela di gustare al tavolo, comodamente seduta, un’ottima pizza.

«Tuttavia ciò che è accaduto, subito dopo gli interventi di ristrutturazione, è Storia, quella con la s maiuscola», spiega l’esperto pizzaiolo che, questo primo giorno di giugno, in cui cade l’obbligo per le attività di ristorazione di servire esclusivamente all’aperto, lo cerchia rosso sul calendario.

«Oggi è la prima volta – dice – che chi vuole può entrare in pizzeria e consumare le nostre specialità all’interno: per l’occasione, ma anche per sopperire alle perdite subite, rimarremo aperti a pranzo». Il forno a legna è, dunque, pronto per sfidare un mezzogiorno che, già dalle prime ore del mattino, si annuncia di fuoco.

«Sì – prosegue Perna -, non vediamo l’ora di partire, ma le prenotazioni sono ancora poche. Ci auguriamo che crescano nei prossimi giorni e che si possano, così, sfruttare tutti gli spazi: gli esterni, limitati, e, per l’appunto, quelli interni, assolutamente inediti».

Grandi speranze anche su via Alimena, dove è possibile imbattersi nella graziosa vineria di Elvira Superti che, con Fabio Perna, condivide il fatto di non possedere ampi spazi all’aperto e, soprattutto, l’imperfetto tempismo.

«Mater Vini – spiega Superti – ha aperto il 2 marzo 2020. Poi ci hanno chiuso». Tra un lockdown e un altro, però, la titolare dall’accento napoletano non s’è affatto arresa e la ripartenza di quest’oggi la festeggia a modo suo. «Ho indossato, per la contentezza – racconta -, la divisa ufficiale del locale e attendo con impazienza le prenotazioni dei clienti: per me, che si possa finalmente consumare all’interno un fritto misto o un piatto preparato coi prodotti di prima qualità dell’enogastronomia italiana, rappresenta una cosa importantissima. Ciò non solo perché, come accennato, gli spazi all’esterno del locale sono limitati, ma pure perché è dentro che Mater Vini può al meglio esprimere la sua idea di ristorazione, che è fatta di convivialità e bellezza dello stare insieme».

Ulteriori segnali di vita, seppur anche in tal caso timidi, si rintracciano negli spazi interni del ristorante Al Vicoletto, dove, come spiega Roberto Vallo, «sono state adottate tutte le misure di sicurezza, tra distanziamento, sanificazione e macchina ad azoto, per accogliere la clientela e superare un periodo che è stato deleterio».

Non molto distante dal ristorante, pietra miliare della tradizione cosentina, sorge invece – per la precisione da tre giorni – Sushimi Poke. Peibao Jiang e sua moglie, da vent’anni nella città bruzia, hanno infatti deciso di aprire questo locale che, trovandosi su un lato di piazza Bilotti, non ha molto spazio all’aperto per posizionare i tavolini. L’attività di ristorazione deve perciò svolgersi prevalentemente al chiuso, dove, al momento in cui si scrive, due coppie stanno consumando con bacchette alla mano le prelibatezze d’Oriente.

«Una sfida avviare un’attività di questo tipo in tempi di pandemia e di incertezza, no?», è la domanda che si pone, un po’ pleonasticamente, al titolare ma, lui, Peibao, si limita a sorridere timidamente e a mostrare con orgoglio l’immenso murale sulla parete che raffigura probabilmente quanto dev’esserci sul suo menù.

L’aria che tira è diversa, una volta raggiunto corso Mazzini: sull’isola pedonale gli spazi sono di per sé ampi e pertanto accogliere cosentini e visitatori anche all’interno di ristoranti e pizzerie potrebbe non rappresentare una drastica svolta. Domenico De Cicco, responsabile de La Locanda, coi tavoli all’esterno quasi tutti occupati, fa del resto fatica a trovare il tempo per rispondere alle domande; a fine servizio però afferma: «Numerose le prenotazioni per la cena, aprendo all’interno, sembra di tornare alla vita di prima».

Stessa situazione da Il moro, dove il pranzo si svolge regolare sia fuori sia dentro e il relativo direttore, Emilio Morra, dichiara: «È vero, per noi, il passo in avanti di oggi, non rappresenta un radicale cambiamento. All’esterno abbiamo circa cento posti, a cui ora si aggiungono i centocinquanta all’interno che, certo, il sabato possono esserci d’aiuto».

Condividi:

COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA

EDICOLA DIGITALE