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La Corte d'Appello di Catanzaro

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CATANZARO – I giudici della Corte d’appello di Catanzaro hanno assolto dall’accusa di associazione mafiosa l’ex sindaco di Scalea (Cosenza), Pasquale Basile, che si è così visto rideterminare la pena da 15 anni di reclusione a 6 anni e quattro mesi per reati fine, nell’ambito del processo scaturito dall’operazione Plinius che nel 2013 ha portato all’arresto dell’ex sindaco (LEGGI LA NOTIZIA).

I giudici hanno rideterminato la pena anche nei confronti di altri 14 imputati, mentre hanno confermato 6 condanne e 9 assoluzioni. Il processo, come detto, era scaturito dall’operazione Plinius condotta nel luglio del 2013 dai carabinieri del Comando provinciale di Cosenza contro presunti capi e gregari della cosca Valente-Stummo, operante a Scalea e nei comuni vicini e che, secondo gli investigatori, è subordinata alla cosca Muto di Cetraro.

Basile è stato difeso dagli avvocati Vincenzo Adamo e Marina Pasqua. «Esprimo grande soddisfazione – ha sostenuto Adamo – per l’esito del giudizio di appello nei confronti dell’ex sindaco di Scalea Pasquale Basile, che modifica sostanzialmente l’ipotesi d’accusa stabilendo che il nostro assistito non ha mai rivestito alcun ruolo né da organizzatore, né da partecipe nell’ associazione mafiosa ipotizzata. La Corte d’appello di Catanzaro ha affermato che Pasquale Basile non è un mafioso. Una maggiore e più attenta analisi degli atti processuali ha permesso di stabilirlo. Ricorrerò, unitamente all’avv. Marina Pasqua, in Cassazione per le residue ipotesi di reato».

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