X
<
>

Condividi:
2 minuti per la lettura

COSENZA – È in corso dalle prime luci dell’alba, a Cosenza, Rende e in vari comuni della provincia, l’operazione Salamandra che vede impegnati oltre 100 carabinieri del comando provinciale di Cosenza, supportati dai militari dello squadrone eliportato cacciatori di Calabria e del nucleo cinofili, con la copertura aerea del velivolo dell’8° nucleo elicotteri.

Numerose le misure cautelari emesse dall’autorità giudiziaria nei confronti di persone indagate, a vario titolo, per detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti, estorsione e favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione.

AGGIORNAMENTO ORE 11

Sono nove le misure cautelari, tre in carcere, cinque ai domiciliari più un obbligo di dimora, eseguite nell’ambito dell’operazione dei carabinieri di Cosenza scattata all’alba in città e nei comuni di Rende, Montalto Uffugo e San Benedetto Ullano, Torano Castello e Lattarico. Una trentina complessivamente le persone coinvolte nell’indagine. All’esito delle perquisizioni di oggi, ulteriori tre giovani di Cosenza sono arrestati perché trovati in possesso di oltre un chilo di marijuana e modiche quantità di hashish, 20 funghi allucinogeni e mille euro ritenuti provento dell’attività di spaccio. Altre tre persone sono state denunciate in stato di libertà.

Le indagini sono state avviate dai carabinieri nell’ottobre del 2016, dopo l’arresto di un giovane di San Benedetto Ullano trovato in possesso di 21 grammi di cocaina, un bilancino e 11mila euro in contanti. Nel corso delle indagini era stato anche arrestato un autotrasportatore di farmaci di Torano Castello il quale, svolgeva il ruolo di corriere della marijuana che veniva prelevata nel reggino e portata in Campania. L’uomo, che nascondeva gli stupefacenti nell’intercapedine del furgone, trasportava 5 chili di marijuana. Le forniture di droga, inoltre, non pagate dai tossicodipendenti diventavano crediti non pagati ai pusher che minacciavano i debitori e le loro famiglie. Ricostruiti e cristallizzati oltre 110 episodi di spaccio. Il procacciamento della droga avveniva attraverso contatti con esponenti della criminalità organizzata campana e reggina. Propaggini infatti, sono state individuate in Campania e a Reggio Calabria.

Quattro persone sono accusate di aver obbligato due ragazze di nazionalità romena a prostituirsi, sfruttando la loro situazione di indigenza. Dei soggetti coinvolti nell’operazione, 3 sono destinatari di misura cautelare mentre un quarto è stato denunciato. Le donne risiedevano a Montalto Uffugo ma vista la maggiore richiesta ed il richiamo turistico sono state poi portate a Scalea. I quattro indagati principali, secondo l’accusa, offrivano supporto logistico e protezione alle due ragazze.

Condividi:

COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA

EDICOLA DIGITALE