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Francesco Dinapoli

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LA Calabria perde un protagonista della comunicazione. Un professionista dedito da sempre alle ragioni e alle speranze disattese della sua regione.

Francesco Dinapoli, 61 anni, quasi per tutti affettuosamente Ciccio è venuto a mancare a sua moglie Cinzia Gardi, compagna di vita e di giornalismo, e alle sue due amate figlie Rosita e Benedetta.

Era nato a cresciuto a Cosenza nel popolare quartiere della piazza Piccola. Dalla sua casa paterna, adiacente il “Chianariaddru di fungi” si era sempre rapportato con parità alla varia umanità popolare che lo circondava, non dando mai superbia alla sua fervida capacità intellettuale.

Bravissimo a giocare a flipper da ragazzo, aveva trovato nel suo impegno cattolico una felice radice di crescita umana. Studente del liceo Telesio, aveva coltivato un impegno molto serio nelle file di Comunione e Liberazione che lo porteranno ad una militanza democristiana spesso in contestazione con i big del partito.

Franco Santo sarà tra i suoi punti di riferimento. Con un gruppo di colleghi universitari riuscirà a creare una piccola ma coriacea televisione privata di area cattolica, Cam Teletre che ha fatto la storia dell’emittenza cosentina bruzia.

Un Tg molto combattivo con trasmissioni di approfondimento che hanno visto Dinapoli emergere come un anchorman coriaceo che non aveva problemi a battersi con la Telecosenza di Mancini o a difendere il proprio direttore, padre Vittorino Vivacqua, dalle censure di un Ordine dei Giornalisti molto di parte.

Cosenza, all’epoca, era una città plurale che nei nuovi media trovava un punto di riferimento per la crescita culturale e politica degli anni Ottanta.

Dinapoli preferì la via del giornalismo mettendo da parte quella della politica.

Con la sua stazza corpulenta e la battuta coriacea da marcata inflessione dialettale maturò molto nella professione passando ad esperienze più robuste sul fronte giornalistico. Passo’ al gruppo Ten-Telestars di cui fu anche direttore responsabile. Da non dimenticare anche il settimanale “Sud-News” che fu poi valida palestra per il suo incarico da Direttore ne “La Provincia Cosentina”.

Dal 1999 al 2002, Dinapoli fu nocchiero di un’avventura che seppe formare e avviare molti giovani giornalisti creando un giornale iperlocale e determinando un nuovo pubblico di riferimento.

Poi iniziò una nuova fase della sua carriera. Quella di comunicatore istituzionale e spin doctor di uomini politici che si fidavano molto del suo consiglio e della sua azione.

Dinapoli ha lavorato per Sandro Principe sindaco di Rende (di quel periodo lascia il bel libro “Attentato a Sandro Principe. Il dramma di un sindaco in prima linea”) per poi passare con Mario Oliverio prima alla Provincia di Cosenza e poi alla Regione.

Disponibile con i colleghi nello spiegare le questioni più complesse, negli ultimi tempi dalla sua casa di Rovito seguiva i fatti della politica sempre con attenzione.

Un giornalista schietto e spesso di parte nel senso più nobile del termine. Non mancava di muso duro quando affrontava una polemica o redarguiva qualche suo giornalista. Una persona molto vera.

Dal Quotidiano inviamo un abbraccio affettuoso alla moglie e alle figlie. Ciccio lascia un segno nel giornalismo calabrese.

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