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La cittadella regionale sede della Regione Calabria

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ALTOMONTE – Falsificare i documenti per ottenere i finanziamenti europei per l’agricoltura in Calabria? Nulla di più facile. Lo dimostra l’operazione – ultima in ordine di tempo – condotta all’alba di giovedì dal pm della dalla Procura di Castrovillari Flavio Serracchiani con l’ausilio dei carabinieri della Compagnia locale, che ha consentito di scoprire una truffa ai danni di Arcea (l’ente della Regione Calabria deputato all’erogazione dei fondi europei per l’Agricoltura) e di ben 113 agricoltori per un totale di 300mila euro (LEGGI LA NOTIZIA).

I due soggetti arrestati – in concorso con un terzo sottoposto all’obbligo di presentazione alla Polizia giudiziaria – avrebbero infatti costituito quattro false società, tra cui l’Associazione produttori olivicoli calabresi, esistenti solo sulla carta, tramite le quali inoltrare richieste per il conseguimento di contributi pubblici stabiliti dalla Pac (Politica agricola comune) attraverso i fondi Feaga e Feasr. Le domande di pagamento venivano falsificate con la complicità del Caa (Centro di assistenza agricola) di Altomonte, e in esse veniva dichiarato il possesso di terreni agricoli sulla scorta di contratti di locazione fittizi stipulati all’insaputa delle vittime.

Il meccanismo truffaldino, in realtà, è molto semplice: le domande per ottenere la fattispecie dei benefici comunitari, infatti, sono gestite telematicamente dai Caa e la documentazione non viene trasmessa ad Arcea, ma resta depositata presso il Caa. Arcea non esamina le singole richieste, ma effettua soltanto delle verifiche a campione. Ecco perché risulta così agevole eludere i controlli, ed ecco spiegato anche perché le truffe nel settore agricolo in Calabria sono così frequenti: basta effettuare una semplice ricerca in rete per accorgersi di quanto spesso, da Nord a Sud della Calabria, il tentativo di compiere truffe ai danni di Arcea si sia reiterato.

Solo nell’ultimo periodo sono state avviate indagini nei confronti di una decina di imprenditori crotonesi che avrebbero intestato contratti di affitto di terreni a soggetti che in realtà erano deceduti; lo stesso è accaduto qualche tempo fa a Cassano Jonio, dove gli appezzamenti agricoli per i quali venivano richiesti i contributi neppure esistevano; o a Reggio Calabria, dove addirittura a giovare dei fondi europei erano boss finiti in carcere.

Forse una spia del fatto che sarebbe opportuno potenziare le maglie dei controlli di un ente preso così tanto di mira dai maghi delle truffe?

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