X
<
>

I danni del nubifragio ad Hagen

Condividi:
2 minuti per la lettura

CARIATI (COSENZA) – «È diluviato ininterrottamente per due giorni e due notti, ora ha smesso ma da ieri siamo senza elettricità in casa, con treni bloccati (anche la stazione è allagata) e strade in alcuni punti impraticabili. Per fortuna stiamo tutti bene, così come le circa 500 famiglie di Cariati che vivono qui. Sono emigrato ad Hagen da 48 anni, ma non ho mai visto nulla di simile».  

È la testimonianza che Cataldo Caruso, emigrato in Germania dal 1973,  fa del nubifragio che si è abbattuto sulla cittadina del Nord-Reno Westfalia e, soprattutto, nelle periferie, con l’esondazione di due fiumi che hanno trascinato a valle fango, detriti e alberi.

Cataldo, emigrato in Germania per seguire le orme del papà Mauro che aveva lasciato la cittadina ionica negli anni ‘60, ora è in pensione dal suo lavoro in fabbrica e si dedica a tempo pieno, con la moglie Pina Amodeo, alla Missione  Cattolica Italiana nel suo ruolo di diacono permanente. Rientra a Cariati solo in estate, per un breve periodo, per far ritorno in Germania dove vivono e lavorano i tre figli.

A seguito del nubifragio – riferisce Cataldo Caruso – molte persone hanno avuto le cantine allagate da acqua e fango, le automobili completamente coperte, strade e terreni devastati, per fortuna – aggiunge – non c’è stata nessuna vittima. In queste ore, si è messo in contatto con il Comune di Hagen per l’elenco di tutti gli italiani, al fine di assicurare, attraverso l’unità pastorale di Hagen, l’assistenza agli italiani che hanno avuto danni materiali o che versano in serie difficoltà. Fino a questa mattina, però, ancora non era stata ancora ripristinata la corrente elettrica.

Ricordiamo che Hagen è stata la meta privilegiata della prima migrazione verso la Germania, a seguito dell’Accordo Bilaterale Italia-Germania del 1955 che ha consentito l’ingresso di forza-lavoro italiana nel paese tedesco che andava ricostruito dopo la guerra. I cariatesi nel cuore dell’Europa, all’inizio, hanno svolto i lavori più duri, nei cantieri stradali, nelle miniere, nell’industria siderurgica e automobilistica.

A partire dal 1970, le loro condizioni lavorative sono migliorate, le  mogli hanno cominciato a seguire i mariti e poi si sono trasferiti anche i figli, affidati inizialmente alle nonne. La cittadina di Hagen è conosciuta come la “Cariati Tedesca” proprio per l’alto numero di cariatesi che vi risiedono stabilmente, giunti ormai alla quarta generazione.  

Condividi:

COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA

EDICOLA DIGITALE