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COSENZA – I carabinieri della Compagnia di Cosenza hanno proceduto al fermo di iniziativa di un 50enne bulgaro, senza fissa dimora, ritenuto responsabile del reato di violenza sessuale  ai danni di due donne. I militari della sezione Radiomobile sono intervenuti ieri, intorno alle 14,30  in  viale Parco a seguito di una richiesta di aiuto da parte di una signora che lamentava di aver subito un’aggressione a sfondo sessuale da uno sconosciuto.  

Dopo aver prestato il primo soccorso alla donna ancora in stato di shock, gli uomini in divisa si sono subito messi alla ricerca dell’autore della violenza che si era allontanato dalla zona prima dell’arrivo dalla pattuglia. La donna  mentre stava per rientrare a casa, era stata afferrata da dietro dallo sconosciuto e palpeggiata nelle parti intime, ma  la sua pronta reazione l’aveva messo in fuga, evitando così che la situazione  degenerasse ulteriormente.

Alla fine il maniaco veniva scovato e bloccato dai carabinieri, nel giro di alcuni minuti, nel seminterrato di un palazzo in stato di abbandono. Lo stesso, successivamente riconosciuto dalla signora quale responsabile delle violenza subita, è stato condotto presso gli uffici del Comando provinciale dove al termine degli accertamenti di rito veniva sottoposto a fermo di indiziato di delitto di iniziativa e tradotto su disposizione della magistrato di turno esterno della Procura della Repubblica presso la casa circondariale “Sergio Cosmai” di via Popilia.

Nel corso delle attività si è presentata in caserma anche una seconda vittima di violenza, subita con le medesime modalità di aggressione. La ragazza era appena uscita da un supermercato nei pressi della chiesa Cristo Re, dove era stata afferrata da dietro e palpeggiata anche lei nelle parti intime. Pure in questo caso la sua pronta reazione  aveva comportato la fuga precipitosa del malvivente.

In sede di denuncia, sottoposta a individuazione fotografica, la seconda vittima ha riconosciuto il proprio aggressore nel cinquantenne bulgaro che, nel frattempo, era già stato condotto in cella.

Fine della storia, o forse no dal momento che sono in corso ulteriori attività volte a individuare possibili altre vittime da parte del fermato che, al momento, non ha inteso  rilasciare alcuna dichiarazione a propria discolpa.  

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