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Il contatto tra manifestanti e polizia allo svincolo di Cosenza Sud dell'A2

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COSENZA – La Calabria è ancora in subbuglio e non resta a guardare dopo essere diventata zona rossa. Dopo quella dello scorso giovedì (LEGGI), a Cosenza un’altra protesta che ha visto all’incirca 300 persone manifestare all’ingresso dell’autostrada. E non sono mancati i tafferugli tra i manifestanti e le forze dell’ordine.

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Sanità pubblica e lo stop ai commissariamenti è ciò che chiedono, assieme ad un reddito di sostegno per le famiglie colpite dalla crisi e da un lockdown che, vista la zona rossa, continua a penalizzare la maggior parte delle famiglie calabresi.

Uno spiegamento di Forze dell’ordine ha bloccato gli ingressi dell’autostrada A2 per evitare che i calabresi in protesta occupassero l’autostrada. Non sono mancati i tafferugli. Due i feriti in uno scontro con le forze dell’ordine che per fortuna si è risolto dopo poco.

Da presidio la protesta si è tramutata in un corteo che ha attraversato la città. Ancora una volta sotto il palazzo della famiglia Morrone, per poi passare davanti al pronto soccorso e regalare un applauso agli operatori sanitari. In fine davanti la sede dell’Asp di Cosenza, per chiedere ancora una volta l’apertura di tutti gli ambulatori ancora chiusi, i piccoli presidi sanitari territoriali, «perché tutti hanno diritto a curarsi vicino casa».

Davanti alla sede dell’Asp non sono mancati i riferimenti al commissario Zuccatelli, che proprio in questa sede ha rilasciato le dichiarazioni che in due giorni stanno facendo il giro del web. «Non si può stare a casa ad accettare tutto quello che ci sta succedendo in queste ore – dicono – dobbiamo dimostrare che c’è una Calabria diversa rispetto a quella della mala politica di questi anni».

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