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Aiello sul Ponte di Calatrava nella sua Cosenza

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Il cantante Aiello arrestato per droga. Fan sconvolti non dalla droga ma dalla notizia. Ma non era una notizia ma uno scherzo delle Iene che accresce la notorietà di questo artista meridionale.

Aiello è un cosentino doc che ha raggiunto con caparbietà l’olimpo della musica tricolore con il suo genere contaminato che frulla il pop con la musica indie.

Vive a Roma ma possiede il sentimento del ritorno. Come il Vasco Rossi che arrivò ultimo a San Remo, anche il cantante calabrese ha saputo adoperare al meglio la migliore vetrina canterina nazionale per irrompere con talento nella società dello spettacolo che conta.

Un album molto identitario e programmatico, ma senza velleità ideologiche, “Meridionale” è già il suo secondo, naviga molto bene tra critica e pubblico. Il brano sanremese “Ora” ha raggiunto i 7,4 milioni di stream su Spotify mentre il video ufficiale della canzone ha totalizzato 3,8 milioni di visualizzazioni su YouTube. Vincitore di due dischi di platino e due d’oro, lo abbiamo incontrato per conoscere meglio i sentimenti del suo genius loci con Cosenza e la Calabria.

Aiello è un cosentino doc che ha messo in mostra le sue radici con una vibrante docustory filmica per Spotify e Sony girata tra il Ponte di Calatrava e i vicoli più interni del centro storico di Cosenza e da questo lavoro siamo partiti per far incontrare le nostre comuni appartenenze.

Un’idea tua o del committente girare nella tua città d’origine?
«Per raccontare il disco “Meridionale” in un modo molto autentico ho proposto io di girarlo a Cosenza. Per onestà, avrei voluto girarlo con un’ambientazione calabrese ma l’emergenza sanitaria ci ha costretto a ridurre il raggio d’azione. Meglio piccola ma intensa. In un giorno abbiamo realizzato le riprese delle tre performance»

Tra luoghi o location che dir si voglia hai indicato di girare in quel percorso pedonale precluso alle automobili che va da piazza Piccola a San Francesco d’Assisi che non tutti i cosentini conoscono…
«Sono molto legato a quei luoghi. Mia nonna viveva da quelle parti. Andavo spesso la domenica mattina alla Villa Vecchia accompagnato da mio nonno. E con il centro storico ho un legame sentimentale quando ero liceale e la sera si andava a piazza Duomo. Mi andava di raccontare e mostrare questi luoghi al resto d’Italia».

Ho appreso che tuo padre era un sostenitore di “Quelli del vecchio mulino” glorioso gruppo pop della Cosenza di un tempo. Hai ricordi di quella lontana stagione?
«No questo non lo ricordo, ma ti posso dire che io in automobile con lui ascoltavo Barry White, Carmen Consoli, Whitney Houston, Mina e Lucio Battisti. E mi lamentavo pure perché all’epoca non avevo gli strumenti per comprendere la potenza di Barry White. E ascoltavamo anche molta musica soul».

Infatti se ne trova traccia nei tuoi lavori. Ma hai avuto la possibilità di frequentare negozi di dischi a Cosenza?
«Sì, andavo sia al centro commerciale a Rende e nei mie giri cosentini non mancavo di passare dal negozio di via Molinella” -Piro music store, il proprietario è figlio d’arte di seconda generazione.. “Tra l’altro io avevo la passione per i cartonati della promozione e spesso chiedevo di donarmeli alla fine della campagna per metterli nella mia cameretta»

Già sognavi di avere in mano il disco con il tuo nome?
«Sì, infatti mi precipitavo a casa e leggevo tutti i crediti dei musicisti e anche i ringraziamenti e pensavo alle persone che anch’io avrei ringraziato un giorno»

Come poi è avvenuto..
«Amo molto ringraziare chi mi aiuta. Bisogna essere grati»

Che scuola hai frequentato a Cosenza?
«Ho fatto la De Coubertin a Rende, poi mi sono iscritto al Liceo Scientifico Pitagora sempre a Rende, nonostante fossi più portato per le materie umanistiche e già indirizzato verso la scrittura. Anche la Triennale universitaria in Comunicazione ad Arcavacata all’Unical per poi approdare a Roma dove ho preso la Magistrale ma già guardando alla Capitale per diventare un professionista della musica. Sai male che andava almeno una laurea l’avevo presa».

Quindi abitavi a Rende da ragazzo?
«Ho sempre vissuto Rende e Cosenza come un’unica città. Io penso che dovrebbero essere un’unica grande entità. Ho sempre fatto la spola tra Cosenza e Rende»

Nelle tue canzoni c’è spesso il mare. Dimmi qual è la spiaggia del tuo ricordo giovanile? Jonio o Tirreno?
«La mia è quella di Fuscaldo. La spiaggia di Messinette. Ho trascorso qui le mie prime 18 estati. Da quando avevo 5 giorni mi ci portarono. Crescendo poi ci siamo spostati verso Diamante. Ma per me Fuscaldo è un pezzo di cuore. Le partite a calcio con gli amici napoletani, quelli che vedevi da un’estate all’altra. All’epoca non c’erano i social per restare in contatto»

Fuscaldo e pallone richiamano Guardia Piemontese celebrata da Brunori. Che pensi di questo ormai celebre cantautore cosentino?
«Percorsi molto diversi, ma per me è un grandissimo onore essere affiancato a Brunori. Abbiamo vissuti che condividiamo. Un pallone e la spiaggia, fosse Guardia o Fuscaldo sono immaginari che appartengono a tutti. Sono valori semplici che senza navicelle spaziali ci fanno volare nel tempo»

Sei consapevole delle asprezze e delle difficoltà della Calabria ma come uomo pubblico inviti a cercarne la bellezza. Dimmi tre cose belle della Calabria che ti appartengono?
«La generosità, l’accoglienza, perché noi siamo un popolo molto accogliente e generoso, e la resistenza. Siamo stati capaci di assorbire il meglio dalle numerose dominazioni straniere che hanno invaso la Calabria nel corso dei secoli. Siamo più belli e buoni di quello che raccontano. Abbiamo delle meraviglie naturali che spesso ignoriamo e che potrebbero essere una grande ricchezza per tutti. Sono stato molto contento per la vittoria di Tropea come miglior borgo d’Italia. Io amo i posti wild, quelli poco patinati».

Discorso che fa pendant con il tuo nuovo disco “Meridionale”. Pensi che il dopo pandemia ci aiuterà a raggiungere un equilibrio con il Nord dell’Italia?
«Non abbiamo bisogno di tanto. I luoghi sono belli, i nostri valori sono rilevanti. La contaminazione di razze che presentiamo è utile al mondo nuovo. Siamo un laboratorio perfetto per integrare razze e culture diverse. Fa rabbia non poter esprimere questo potenziale. Forse lo raccontiamo male»:

Quando torneremo a poterci assembrare farai un concerto nella tua Cosenza?
«Per il momento il tour parte ad ottobre e sono previste molte date al Sud. Ma è chiaro che è enorme la voglia d potermi esibire nella mia città».

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