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Uno smartphone

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I VECCHI cronisti di una volta, avrebbero detto che la notizia è di quelle piene di “S”, quelle sfiziose, sensazionali, scandalose, sussurate, che tanto stuzzicano i lettori curiosi e un po’ guardoni. Se poi aggiungiamo la “S” trascinatrice per eccellenza, quella che sta per sesso, allora il cerchio si chiude e la storia non ha bisogno di altro.

Ma stavolta non è andata proprio così e le cose hanno preso una piega terribile, da turbare anche chi nelle redazioni ne ha viste di tutti i colori.

Lei e lui sono sorpresi in pieno giorno, in un parco pubblico tra Rende e Cosenza, a poca distanza da altre persone e da bambini, mentre fanno sesso. Non è una scena trafelata, guardinga, malcelata: sono nudi, con posizione e movimenti che non lasciano spazio all’immaginazione.

A quell’ora, è difficile farla franca, così arrivano le forze dell’ordine. Lei capisce subito che la trasgressione non è di poco conto e chiede scusa, mentre lui si riveste a testa china. L’imbarazzo raggela tutti.

Ci sarebbero da fare mille discorsi, a cominciare da quello più semplice: ma perché due amanti, travolti da passione, scelgono per il loro momento di sesso totale, un posto pubblico, in un’ora di punta, con matematica certezza di essere visti e denunciati?

La notizia viene pubblicata dai giornali, senza nomi, senza particolari che possano rendere riconoscibili i due protagonisti. Poche righe, senza tanti ricami e ammiccamenti. Tutto finito? No, il peggio per i due malcapitati travolti da passione, inizia adesso. La scena è stata ripresa da un telefonino, forse proprio da chi è intervenuto per tutelare la legge e il pudore.

Fatto sta che il filmato dei due nudi comincia a circolare su internet, passando da display a display, da un cellulare a un altro. Lei e lui esposti alla gogna, condannati alla derisione, umiliati. Dati in pasto a migliaia e migliaia di guardoni, senza che nessuno si sia posto per un attimo le conseguenze per i due protagonisti, le loro famiglie, gli amici, i parenti. Condannati alla vergogna, per una cosa che doveva restare dentro le carte di una semplice denuncia alla magistratura.

Esiste qualcosa di intimo più del sesso? E non regge nemmeno il ragionamento di qualche cretinetto che cerca spiegazioni sofisticate. Certo che i due hanno sbagliato, certo che potevano andare altrove, certo che potevano essere prudenti e rispettosi. In una società civile, chi sbaglia paga secondo regole e leggi stabilite prima. Non con l’umiliazione perpetua. Una cosa grave, sulla quale ancora nessuno è intervenuto.

Non si sa chi e come abbia diffuso il filmato. Toccherà alla magistratura scoprirlo. Ma se la mascalzonata è stata avviata da qualcuno che indossa una divisa, non si potrà far finta di nulla. Dal nuovo governo gialloverde, arrivano idee e progetti bellicosi per riportare l’ordine nel Paese. Si parla di dotare agenti e carabinieri di telecamere personali, da sistemare sui loro caschi, come avviene già negli Stati Uniti. Il che significa, migliaia e migliaia di video a disposizione tutti i giorni.

Oggi più che mai è necessario che tutto avvenga sotto il massimo controllo. Che strano Paese l’Italia di questi anni di smarrimento e di idee annebbiate, pieno di rancori e di odio, di vendette e voglia di gogna, pieno di manganelli virtuali e sadismo. Brutto clima, brutta gente, brutti incontri, brutti pensieri. Il Duemila doveva essere il secolo delle tecnologie gentili, quelle che ci avrebbero reso migliori, gradevoli. Invece sta uscendo il peggio del peggio, come se una mano invisibile avesse spalancato gli abissi delle nostre miserie.

Ma com’è che siamo diventati cosi? Tutti presi a impugnare le nuove clavi con il display, a riprendere, fotografare, a mettere nell’etere le stupidaggini, le banalità, le goffaggini delle nostre esistenze vuote. C’è in giro una voglia di malvagità, di distruzione che mette i brividi, fa paura.

Solo che il mondo è cambiato e i danni che la nostra insipienza può provocare oggi nell’immensità di internet sono catastrofici. Distruggono persone, famiglie, reputazioni; provocano cataclismi nelle sensibilità indifese e confuse dei ragazzi. Al punto che oggi anche i vecchi cronisti con la teoria delle “S” vincenti (sesso, soldi, sangue, scandali), non ci sembrano più così cinici e insensibili. Storie come questa dei due amanti esibizionisti finivano in cronaca e ognuno le leggeva e se le figurava a modo suo. Al massimo qualche battuta al bar.

Oggi non è più così. Non riusciamo a immaginare più nulla, abbiamo bisogno di vedere, vedere, vedere. Quello che non si vede non esiste. Non ci tocca, non ci riguarda, Neanche il dolore e la sofferenza dei poveracci che finiscono nel tritacarne del web, fermano la nuova crudeltà che ciascuno di noi ha rinchiuso nel telefonino come un’arma in un taschino.

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