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Schiuma che sporca il mare calabrese

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CARO Senatore, grazie per la sua riflessione. Ripropone una questione – quella della depurazione in Calabria – alla quale da anni il Quotidiano, come lei stesso ricorda, dedica ampi spazi.

CARO Senatore, grazie per la sua riflessione (LEGGI LA LETTERA DEL SENATORE PAOLO NACCARATO A CUI RISPONDE IL DIRETTORE ROCCO VALENTI).

Ripropone una questione – quella della depurazione in Calabria – alla quale da anni il Quotidiano, come lei stesso ricorda, dedica ampi spazi. Lo abbiamo fatto negli ultimi mesi, anche quando faceva freddo e il problema mare, ovviamente, non era in cima agli interessi (anche) dei cittadini calabresi. Lo abbiamo fatto proprio perché convinti che in quell’“ovviamente” sta il cuore del problema: fino a quando quella del mare sporco sarà una questione estiva, al pari della scelta tra una gita in montagna o un’allegra cocomerata in spiaggia, rimarrà alto il rischio che il problema venga affrontato (e magari risolto) con molta calma. Forse.

LEGGI L’EDITORIALE CON CUI IL DIRETTORE ROCCO VALENTI
INVITAVA A NON ASPETTARE L’ULTIMO ISTANTE PER INTERVENIRE

Le pagine di cronaca, tutto l’anno, sono piene di notizie relative a sequestri di impianti di depurazione che non funzionano, funzionano male, che scaricano nei fiumi o in mare (che poi è la stessa cosa) senza depurare alcunché. In località di mare come in località collinari e montane, e anche in questo caso è la stessa cosa. Alla luce di tutto ciò è presumibile ipotizzare (senza voler improvvisarsi tecnici, per carità) che se un depuratore funziona male quando nei centri abitati che serve ci vivono solo i residenti, allora in estate, quando il numero delle persone – nei centri costieri – aumenta, in qualche caso a dismisura, allora l’impianto potrebbe funzionare meglio solo per intercessione divina.

Nei decenni è evidente come la questione depurazione non sia stata affrontata con la necessaria attenzione, e questo è sotto gli occhi di tutti. Anzi, il Quotidiano ha pubblicato notizie di centinaia di milioni di euro letteralmente sprecati. Negli ultimi mesi qualcosa si sta facendo. Sarà sufficiente? Probabilmente no. Non si tratta di gettare la croce sugli amministratori, a partire dai sindaci, che spesso non hanno risorse. Si tratta invece di invocare una definitiva e molto coraggiosa presa di coscienza. Coraggiosa perché una questione come quella della depurazione non può non essere considerata una delle più grandi priorità (ex aequo solo con la sanità) per una regione che voglia avere motivi concreti per sperare. Coraggiosa perché i benefici di un efficiente sistema di depurazione non si percepiscono tutto l’anno, e non si può certo invitare tutti i calabresi (amministratori regionali, comunali e cittadini tutti) ad una gita al mare in una località nel giorno in cui le acque sono sporche perché ci si renda conto di cosa significhi “depurazione”.

Il depuratore di Crotone per oltre un anno è stato fermo. Chi se n’è accorto, se non alle porte dell’estate? Solo pochi giorni fa sono stati avviati i lavori per ripristinarlo, per evitare, cioè, come ha detto un assessore di quel comune, che le acque continuino ad uscire dall’impianto nelle stesse condizioni in cui entrano. Insomma, l’indignazione solo d’estate non basta. Ci vuole tutto l’anno, con uno sforzo che ci porti, pigri come siamo, a capire che i problemi esistono anche quando non ci toccano direttamente, che le schifezze finiscono in mare anche quando il termometro sconsiglia decisamente di mettersi in costume da bagno.

È vero, il Quotidiano non si è mai tirato indietro nel raccontare lo scempio. Né lo farà. Quest’anno abbiamo promosso una consultazione online (SCOPRI IL CONTEST DEL QUOTIDIANO) per eleggere la spiaggia regina del 2017. Come abbiamo specificato, non è un sondaggio, né un’indagine scientifica, ma solo l’occasione per renderci conto di quanta bellezza ci sia in Calabria. E già solo nell’indicare 26 località candidate ci siamo resi conto di quante altre (decine e decine) sono rimaste fuori da questa prima edizione. È importante conoscere meglio quello che abbiamo e quello che mettiamo a repentaglio. Solo così, probabilmente, quando leggiamo del sequestro di un depuratore che non funziona da anni non accantoneremo – da lettori – la notizia perché “non ci interessa”. E se un giorno saremo più orgogliosi delle nostre bellezze, magari faremo sentire la nostra indignazione anche a Natale, e non si tratta di dare la caccia a questo o a quel responsabile, ma se i cittadini vivranno per primi la questione come una priorità non stagionale, tutto ciò sarà di grande aiuto, non fosse altro che per il fatto che una “questione popolare” è sempre (o dovrebbe essere) uno stimolo aggiuntivo per le scelte politiche.

Tenendo sempre presente che il tempo degli spot è finito, che il modello A2, già A3, non funziona.

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