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Il comune di Cosenza

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COSENZA – L’elezione diretta dei sindaci introdusse l’obbligatorietà della presentazione di un programma per la città.

All’epoca strumento innovativo, mai sottoposto a verifica, con il passare delle elezioni è rimasto un atto pubblico declinato a volte come libro dei sogni, altre come documento politico, a volte strumento propulsivo della conquista del voto d’opinione non molto adoperato in una città che guarda di più al voto di relazione e d’appartenenza spesso anche clientelare.

Abbiamo letto i programmi degli otto candidati a sindaco per analizzare testo e proposte per affidargli anche un voto che vuole essere un pungolo alle proposte. Spesso uguali. Il senso comune della gran parte deli programmi prevede infatti strumenti partecipativi allargati.

Una buona notizia che però dovrebbe essere resa reale considerato che da tempo non esistono le circoscrizioni.  Molte le attenzioni date al digitale. Tutti mettono al centro della cultura il teatro Rendano, tutti vogliono un nuovo ospedale. Nelle analisi e nel voto abbiamo privilegiato l’idea di città complessivamente proposta.

FRANCESCO CARUSO – 8 liste – 11 pagine

Francesco Caruso

Un programma format scritto da spin doctor di mestiere che più che a destra guarda al draghismo imperante. Ne offre la congruità nelle proposte con gli aggettivi “essenziali, credibili, raggiungibili, misurabili”. Obiettivo “crescere ancora”. La proposta più propulsiva una governance unitaria tra Cosenza, Castrolibero e Rende. Molte le riqualificazioni elencate con minuzia. Bike sharing e negozi aperti no stop.

Un piano più che un programma. In continuità con la precedente amministrazione. Risorse da ricavare dal PNRR. Poca poesia molti lavori pubblici. Dirigista, verticale, essenziale.

Voto 6,5


FRANZ CARUSO – 3 liste – 22 pagine

Franz Caruso

Organizzato per idee, scritto in un italiano scorrevole, mantiene viva la tradizione di sinistra nel compiere l’analisi, offre paragrafi sulle parole difficili. Cosenza 2050 come prospettiva. E se gli ambiti hanno nomi da dipartimento, la proposta su Cosenza Vecchia (che bello sia stata definita così) in 5G ha l’ardire di annunciare “un posto dove accadono cose incredibili”. Sulla precedente amministrazione si annuncia un prevedibile “percorso di verità sul dissesto”. Tra le proposte: laboratori verdi, serbatoi di acqua grezza per gli incendi, nei trasporti attenzione alle comunicazioni con Paola, cura di quartiere per la Sanità. Giochi Pop (una riedizione dei Giochi della Gioventù) e un orto botanico al cimitero.

Una città possibile e per tempi giusti. Non un libro dei sogni. Il dirigismo di sinistrese burocratico molto limitato. Le diatribe attorno non hanno impedito di aver chiaro un progetto.

Voto 8


FRANCESCO CIVITELLI – 5 liste – 2 pagine

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Francesco Civitelli

Più le liste che le pagine di programma. Un compitino svogliato e privo di punti di riferimento. Programma minimo: più strisce pedonali, eliminare le piste ciclabili, riaprire alcune strade chiuse attorno al Viale Parco.
Decisamente poco.

Voto 4


FRANCESCO DE CICCO – 6 liste – 37 pagine

Francesco De Cicco

Il programma più corposo. Analisi contro la precedente amministrazione cui il candidato ha fatto parte “Una città cartolina in cui ha governato la legge del più forte”. Bocciato anche il traffico modello Occhiuto. Una città circolare, condivisa, partecipata quella di De Cicco. Ma anche l’ossimorica definizione di “lenta e veloce”. Diversi i preamboli. Tra le proposte gli orti di comunità e
quelli da smart city all’insegna del Green. Si propone una Bioregione del Crati e l’assunzione di ben 208 nuovi dipendenti comunali. C’è spazio anche per un cimitero degli animali, una videosorveglianza da Grande fratello, un drive in per il cinema e un festival culinario. Per la ristorazione che chiude ad agosto sarà prevista la non autorizzazione ad avere tavoli sul suolo pubblico.

Leggendo e analizzando il programma De Cicco sembra uno di quei temi in cui lo studente ha deciso di scrivere molto per ben figurare, evitando di dare l’impressione di non essere all’altezza della prova. Difetta l’idea complessiva all’insegna del di tutto, di più.

Voto 6


VALERIO FORMISANI – 1 LISTA – 26 pagine

Valerio Formisani

Programma molto discusso prima di essere redatto. Reddito minimo di cittadinanza e open data come punti di riferimento. Molto legalitario ma applicato a “piani triennali per la trasparenza”, certificazioni di integrità da codice degli appalti, pass di legalità. Attenzione all’autorecupero, sfratti zero, i rifiuti come risorsa. Sanità e servizi presentano buone analisi. Proposto l’accesso in centro solo ai residenti.

Voto 6
per l’impegno e il percorso


FABIO GALLO – 1 LISTA – 12 punti

Fabio Gallo

Un movimento nazionale di protesta civica che propone il ragionamento amministrativo un po’ complesso con rimandi ad enunciati giuridici. Molto articolata la richiesta di partecipazione attraverso sedute consiliari aperte,
comitati di quartiere, assemblee pubbliche e voti referendari.

Voto 5
per la determinazione


FRANCO PICHIERRI – 2 liste – 21 pagine

Franco Pichierri

Più che un programma un documento di analisi ben scritto e articolato con rimandi compiti. Un testo animato da buon senso moderato e che denuncia il degrado avvenuto. Molta attenzione alla trasformazione digitale della città,
che non viene mancata di essere onorata come Atene di Calabria da riconvertire a “città intelligente”. Ecosistema di start up per far restare i giovani in città. Non manca il Tavolo istituzionale per rigenerare il centro storico e per i fondi necessari proposta la Lotteria nazionale dei Bretti.

Chi ha scritto il programma viene da lontano e ha conservato il linguaggio dei tempi antichi.

Voto 6 +


BIANCA RENDE – 3 liste – 4 pagine

Bianca Rende

Le questioni della tattica devono aver tolto tempo all’elaborazione programmatica, ci dicono ancora in corso. L’unico candidato donna non ha mancato di mettere in testa le “visioni di genere”. Strumento anche qui il PNRR esemplificando poco la resilienza, prospettiva politica “Nessuno sarà lasciato solo” di matrice molto grillina. Annunciato tutoraggio dell’Unical per questioni nodali della città. Attenzione ai prossimi 800 anni del Duomo e come modello Matera 2019 ma di quel dossier non c’è quasi nessuna intuizione.

Troppo minimale rispetto alla generosità della proposta.

Voto 5
come incoraggiamento.


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