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Francesco Civitelli

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Motivato e battagliero. Chiede di voltare pagina in questa città. “Tutti a casa” è il suo motto. Ci riuscirà? 

Francesco Civitelli

D. Civitelli dall’esperienza politica con Eva Catizone del 2011  e quella del 2016 con Enzo Paolini ora candidato a sindaco di Cosenza. Perché?
R. Sono prima di tutto un cittadino “attivo”. E da sempre. Giacomo Mancini è stato il mio iniziatore alla vita politica della mia città. Un grande uomo, un mentore, a cui mi accomuna il suo grande amore per Cosenza, il suo rifiuto per la cementificazione e il rispetto dell’essere umano per quello che è e non per quello che rappresenta nella società. Oggi ho deciso di metterci la faccia. Desidero, essere il protagonista principale di una competizione non facile ma
sicuramente entusiasmante. Ho continuato ad interessarmi sempre ai problemi della mia città con il gruppo che mi accompagna da sempre.

D. Quali sono le qualità che deve avere un sindaco?
R. Deve essere innanzi tutto umile, un ottimo ascoltatore, trasparente, uguale con tutti i cittadini senza badare al colore politico o all’estrazione sociale e deve soprattutto avere la capacità di mettere insieme queste cose. Spesso abbiamo chiesto all’attuale amministrazione di farci partecipare ai tavoli dei lavori. Non hanno mai voluto accoglierci. Appena saputo della mia candidatura a sindaco di Cosenza hanno iniziato a corteggiare me e il mio gruppo. Solito stile. Solito modo. Sottobanco. 

D. Quali criteri ha usato per scegliere i candidati nella sua lista? 
R. Nessun criterio in generale. I candidati dovevano essere motivati e senza aspettative clientelari. In caso di vittoria saranno loro stessi a scegliere e a scambiarsi nei ruoli e ognuno per la propria competenza. Ci sono professionisti che hanno messo a disposizione delle liste la preparazione come intercettatori di fondi europei da utilizzare a favore della città, prestando la propria opera anche gratuitamente.  

D. Che preparazione a livello politico ha ogni suo candidato? 
R. Non sono politici né di lungo corso e né di breve. Alcuni la seguono per passione e non per arricchimento personale. Tutto il resto è gente che appartiene alla società civile, che vuole assolutamente vivere questa candidatura in prima persona assumendosi la responsabilità di chi li vota, accogliendo i disagi della gente  comune e le problematiche che vivono quotidianamente, cercando di risolverli una volta eletti.  

D. Perché i cosentini dovrebbero votarla?
R. Perché amo la mia città e so che da solo non basta. Amo la gente, sono un forte sostenitore del ceto medio e popolare a cui ho dato sempre una mano. Ho difeso i diritti delle persone di frequente, ho spesso partecipato alle manifestazioni cittadine mosse a difesa di un ideale. E poi dobbiamo smetterla di foraggiare sempre le stesse persone che non hanno cambiato nulla. Tranne il loro reddito e quello delle loro famiglie.  

D. Che propone sul lavoro giovanile?
R. Ho una mia ricetta per bloccare la migrazione dei giovani. Puntare sulla piccola impresa, defiscalizzando e agevolando ogni forma di assunzione attraverso contributi amministrativi. In particolare nel centro storico, che ha avvertito in maniera più forte i segni della crisi e affronta ogni giorno i rischi di spopolamento e perdita di centralità nelle strategie di crescita territoriali. Dalla cura dell’ambiente alla promozione del turismo, dalla rivitalizzazione degli spazi urbani alla crescita economica.

D. Pochissimo tempo per acquisire un voto più dei suoi candidati, come pensa di riuscirci?
R. Non siamo nati ieri e non siamo  improvvisati. La nostra campagna elettorale non è mai cessata. Dal 2016 lavoriamo costantemente fra la gente, con la gente e per la gente. Non ci siamo mai tirati indietro. L’ascolto e la costanza ha permesso che il nostro gruppo crescesse in numeri e sicuramente in esperienza. Siamo pronti. Anzi prontissimi 

D. Cosa non le è proprio piaciuto di Mario Occhiuto sindaco?
R. Tutto. Soprattutto lo boccio per la viabilità perché ha costretto i cittadini a gimcane assurde, i commercianti a dover chiudere attività dall’oggi al domani. E poi le piste ciclabili in tutta l’area urbana sono state non solo uno spreco di soldi ma poco gradite ai cittadini. Bisogna creare delle aree specifiche. O pensava di ingannare la gente? Viale Parco deve riavere le vie d’accesso che portano all’interno.



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