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Franz Caruso

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Vince il Caruso di sinistra con in aggiunta una forte dose di civismo determinante. Questo il risultato del ballottaggio per le comunali di Cosenza.

Un eterno ritorno di una certa cosentinità socialista che sembrava sopita e che si è aperta alla città.

La maggioranza dei cosentini (ma tanti non hanno votato, di questo si dovrà parlare) hanno deciso non solo di mettere un voto nell’urna a sinistra, ma hanno anche deciso di buttare dalla finestra i dieci anni precedenti decidendo per l’alternanza.

Dimenticato il salotto buono della città, il mito di Alarico, i cerchi natalizi, la movida che fa girare l’economia. Una luna di miele finita dopo il primo quinquennio di Mario Occhiuto che aveva puntato tutto su Francesco Caruso, il suo vicesindaco su cui chiedeva continuità e si sperava anche in un supporto della recente vittoria del fratello Roberto, alla Regione Calabria.

Il secondo mandato dell’architetto Occhiuto è stato caratterizzato da un montante  distacco dalle periferie e del centro storico, problemi gravi di nettezza urbana, e il commissariamento del Bilancio che hanno  determinato una bocciatura inequivocabile della linea di continuità. 

Il voto cosentino ha anche sancito una nuova unità sociale e politica attraverso le diverse classi sociali bruzie. Borghesia e proletariato hanno dato fiducia a Franz Caruso, socialista di lungo corso che mai ha deviato dalla sua militanza. 

Franz ha affrontato una campagna elettorale complessa e condotta con saggezza colpo su colpo. Il recupero di Bianca Rende e dei suoi supporter non era facile. Ma è evidente che la vera novità è stata quella di Francesco De Cicco e del suo movimento popolare ben radicato nei quartieri.

Fuoriuscito dal fronte avverso, De Cicco, con eloquio popolare ma convincente ha strutturato un schieramento nuovo e soprattutto ha proposto un programma dal basso a basso contenuto populista. De Cicco ha meditato sul dà farsi, e ha scelto di dare un’indicazione che è risultata essere la mossa del cavallo che ha fatto lo scacco all’alfiere del re.

Cosenza 2050 è ora la prospettiva di Franz Caruso e una Cosenza vecchia “dove accadono cose incredibili”. Ci sarà bisogno di molta amalgama tra forze che erano partiti con orizzonti diversi.

Nel momento del trionfo compaiono in pubblico i volti del centrosinistra, che durante la campagna elettorale sono stati molto defilati sui palchi preferendo dare spazio al nuovo che avanza. E’ apparso soprattutto Nicola Adamo, che ha avuto un ruolo da spin doctor e dipinto dagli avversari come l’uomo nero della politica locale, ma evidentemente questo refrain non ha funzionato.

Dopo Franco Vaccaro, Pino Iacino, Antonio Rugiero, Pino Gentile (al tempo lo era) Pietro e Giacomo Mancini torna un socialista a Palazzo dei Bruzi.
La sinistra ha un laboratorio politico per sperimentare nuovi percorsi in una Calabria che la vede da troppo tempo perdente. Per il centrodestra si chiude un’epoca, ma ha la Regione per poter prendere nuova linfa a Cosenza.

Probabilmente nessun candidato avrebbe potuto fare meglio di Francesco Caruso. Adesso non diventi il capro espiatorio di una sconfitta che in realtà porta la firma di molti.

A Franz Caruso e ai suoi alleati il difficile compito di ridare fiducia alla propria città e alla propria parte politica.

Cosenza viene da Consentia. Che significa patto di alleanza. Su questo punto si gioca la città del nuovo secolo.

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