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La sede della Provincia di Cosenza

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COSENZA – Le ultime elezioni provinciali per il centrosinistra sono andate un po’ come le scorse regionali ovvero decisamente male.

Il centrodestra sostanzialmente vince dappertutto e pareggia solo a Cosenza dove ci si aspettava ben altro risultato. Qui il presidente uscente è il consigliere regionale del Pd, Franco Iacucci, così come è governata dal centrosinistra la città capoluogo e Corigliano Rossano diventata dopo la fusione la terza città della Calabria.

Un voto compatto non avrebbe consentito al centrodestra di entrare in partita. E invece anche in questo caso i principali protagonisti hanno deciso di andare a ranghi sciolti e il risultato finale parla di otto consiglieri a testa. Il problema è che il centrodestra sembra viaggiare come sempre compatto mentre nel centrosinistra ognuno va per conto suo.

Se sarà così anche in febbraio, quando a Cosenza si dovrà votare per il presidente, è facile prevedere una vittoria per il centrodestra. Il suo unico problema, per ora, è individuare un candidato unitario. Il nome più gettonato, al momento, è quello di Rosaria Succurro, sindaco di San Giovanni in Fiore, ma siccome la scelta incontra qualche distinguo, il sindaco di Diamante, Ernesto Magorno, si è già dichiarato disponibile a candidarsi presidente. Ovviamente per il centrodestra, tanto per confondere ancora di più le acque.

Se a Cosenza questo è il risultato, non è andata meglio a Crotone dove il centrosinistra ha deciso di puntare tutto sul sindaco della città pitagorica, Vincenzo Voce che però è stato battuto dal collega di Cirò marina, Sergio Ferrari, con un risultato abbastanza netto. Anche qui il Pd riesce ad eleggere solo un consigliere ed è grasso che cola visto che alle ultime amministrative il partito non era riuscito nemmeno a presentare una lista.

Scontati invece i risultati di Vibo Valentia dove il centrodestra con Coraggio Italia e Forza Italia si è aggiudicato 7 seggi su 10. Ma qui il peso politico del senatore Giuseppe Mangialavori si è fatto sentire tutto. Idem alla Provincia di Catanzaro dove il presidente è Sergio Abramo e il centrodestra ha avuto una riconferma come forza di maggioranza.

Qualcuno dirà che in fondo sono solo elezioni di secondo livello, votavano in pratica solo i sindaci e i consiglieri comunali. Ma questo non sminuisce la gravità della sconfitta, anzi per certi versi la aggrava. Perchè è andata a votare gente politicamente schierata e questi risultati sono l’ulteriore prova di uno scollamento del Pd dai territori. Il centrosinistra storicamente faceva da attrattore per tanti amministratori locali spesso espressione di liste civiche.

Basti ricordare cosa accadde nel 2018 quando Mario Oliverio difendeva con forza il suo diritto ad essere preso in considerazione per una ricandidatura e riusciva a riunire a Lamezia molti sindaci e amministratori. La storia la conosciamo tutti con la chiusura dei vertici del Pd a riccio, lo scarso coinvolgimento dei territori e le scelte (tutte fra l’altro perdenti) calate da Roma. Qualcuno direbbe che, a furia di imporre scelte, si è persa la connessione sentimentale con tutto un mondo che prima era l’ossatura di un partito ma che via via, rimasto inascoltato, ha volto lo sguardo da altra parte politica.

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