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Nicola Morra

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«Apprendo che è stata avviata la procedura di espulsione nei miei confronti. Sono molto scosso da questa decisione, ora voglio riflettere. Mi sento M5S nel sangue».

Con queste parole, pubblicate in un video sul proprio profilo Facebook, il senatore Cinquestelle e presidente della Commissione parlamentare antimafia, Nicola Morra, ha annunciato la propria espulsione dal Movimento di Beppe Grillo dopo che ieri ha deciso di votare no alla fiducia del nuovo governo di Mario Draghi, analoga decisione presa da altri 14 dissidenti del Movimento (a loro volta espulsi).

Morra ha riconosciuto come non sia «un giorno semplice, non è un giorno facile. Ho appreso da giornalisti che mi hanno cercato, ho appreso dalla rete e dalla stampa, di un post con cui Vito Crimi avrebbe fatto sapere essere stati espulsi, tutti noi 15 senatori Cinquestelle che ieri in difformità dal gruppo abbiamo votato no alla fiducia per l’insediamento del governo guidato da Mario Draghi».

Nicola Morra, nel video pubblicato sulla sua pagina Facebook, ha precisato di non sapere «se questa espulsione, giuridicamente parlando, sia un atto perfetto e quindi incontestabile . Adesso valuterò insieme agli altri colleghi il da farsi, perché io e tanti altri ci sentiamo nel midollo, ma anche nel sangue, M5S. Quindi cercheremo di capire se questa decisione possa essere in qualche modo fermata, perché viziata da difetto di procedura e forse non solo di procedura».

In ogni caso il senatore calabrese si dice «sereno e tranquillo, io considererò tanti, non tutti, che sono nel Movimento amici fraterni. Proporrò, se mi sarà consentito, la mia candidatura per essere della partita nell’elezione del Comitato direttivo. Se ci sarà possibilità, valuterò tutte le opzioni al provvedimento che mi è stato comunicato, seppure ad ora informalmente, e vorrò sempre bene a quei valori per cui è giusto combattere. Poi posso essere sconfitto e tornare a casa, ma fin quando ci sono resto in trincea e combatto per i valori».

Rispetto alla propria decisione di votare no alla fiducia al Governo Draghi, Morra ha spiegato: «Ho ascoltato e letto con attenzione quanto ha detto in aula da Draghi. Non voglio entrare nel merito di considerazioni politiche o il discorso potrebbe eccedere rispetto alle competenze che istituzionalmente devo mettere al centro delle mie azioni, ma nel suo discorso non è mai ricorsa la parola mafia è non si è detto che c’è necessità di operare una seria, severa azione contrasto alle mafie, anche per ripristinare democrazia, diritti e aggiungo anche qualche punto di Pil per il nostro Paese». Una mancata citazione dovuta, secondo Morra, al fatto che «evidentemente Draghi ha a cuore tante altre questioni, importantissime e decisive, ma forse reputa che l’azione di contrasto alle mafie, per cui anche noi Cinquestelle siamo nati, evidentemente non debba essere una priorità per l’agenda di governo e di questo non ho potuto che trarre le dovute e dolorose conseguenze».

Per Morra, che presiede la commissione parlamentare antimafia, i programmi del Governo circo il contrasto alle mafie, assumono una rilevanza non ignorabile «perché sono sì un senatore M5S, storto quanto volete, ma anche il presidente della commissione Antimafia e ho degli obblighi istituzionali nei confronti dei quali non ritengo sia giusto venir meno».

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