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COSENZA – «Sono fermamente convinto che stia davvero arrivando il momento nel quale i calabresi si scrolleranno di dosso questa gente che facendo finta di fare politica, in realtà si affanna ogni giorno, nell’arco del proprio mandato, ad appropriarsi indebitamente di denaro senza fare nulla in cambio». Lo scrive in una nota Carlo Tansi candidato governatore alle prossime elezioni regionali. «E’ appena arrivata l’ennesima dimostrazione di ciò che ho appena detto: in vista della scadenza dei cinque anni dell’attuale consiglio regionale i membri della giunta hanno deciso di proporre una legge che prevede la possibilità per loro stessi di pagare oggi una trattenuta di 3.060 euro (corrispondente alla somma dell’ 1% di ogni mese del loro stipendio dei precedenti cinque anni di carica prossimi a scadere) e ricevere in cambio un conguaglio di 25.500 euro a fine mandato, cioè tra circa un mese. E dopo averla proposta guarda caso l’hanno pure approvata!».

Il geologo in realtà si riferisce alla legge regionale n° 13 approvata dal consiglio regionale il 31 maggio scorso. La legge, (proposta dai consiglieri Giudiceandrea, Nucera, Romeo, Arruzzolo, Parente, Orsomarso e altri) è volta a coprire il buco contributivo che si è creato nella legislazione regionale dopo che nell’ultima legislatura erano stati aboliti i vitalizi (ovviamente a partire da quella in corso) e non era stato disciplinato il sistema contributivo futuro. Così diversi consiglieri regionali, soprattutto liberi professionisti, che nei cinque anni non potevano versare contributi dalla loro attività professionale correvano il rischio di trovarsi con un “Buco” contributivo di cinque anni.

Il problema è che la legge non solo ha previsto il calcolo di questi contributi che viene definito indennità differita, ma ha anche previsto l’indennità di fine mandato (IFM) per i consiglieri regionali (abolito dalla L.R. 15 novembre 2012, n. 56).

L’articolo 14 della legge infatti recita che: “L’indennità di fine mandato compete ai consiglieri regionali, comunque cessati dal mandato, e non immediatamente rieletti”. la reintroduzione dell’indennità di fine mandato è molto più favorevole rispetto a quella del passato, infatti la vecchia legge del 1993 n. 3 dell’IFM così recitava: art. 8 “Sull’indennità di carica è disposta, al netto delle ritenute fiscali, una trattenuta obbligatoria del 4 per cento, quale contributo per la corresponsione dell’indennità di fine mandato”.

Mentre oggi abbiamo art. 14 co.4 “Per gli effetti di cui al presente articolo è applicata una trattenuta mensile pari all’1 per cento dell’indennità mensile di carica al lordo”: in pratica al consigliere viene fatta una trattenuta dell’1% sull’indennità di 5.100/mese per 5 anni (3.060 euro di trattenute) per poi corrispondere a fine mandato 5.100 euro x5 = 25.500 (22.440 a testa al netto delle trattenute, 695.640 euro a carico del bilancio regionale per tutti i 30+1 consiglieri). Non contenti hanno però stabilito che per far maturare l’indennità non è necessario un anno intero, basta anche una frazione o un giorno o un secondo di anno. Infatti art. 14 co.2 “per ogni anno di mandato esercitato o frazione di anno”. E ancora: l’indennità di fine mandato è retroattiva, ed è maturata fin dalle elezioni del 2014 quindi tra pochi giorni ogni consigliere verserà 3.060 euro per averne immediatamente indietro€ 25.500. Di più se si dovesse votare a gennaio, nel qual caso maturerebbe un altro anno di calcolo.

«Credo – continua Tansi – che nessuno di noi abbia mai avuto la fortuna di ‘investire’ 3.000 euro e riceverne 25.000 dopo solo un mese a colpo sicuro, cioè per legge. Non so nemmeno se sia un agire nel rispetto dei valori della Costituzione, certamente denota la totale assenza di dignità di queste persone e di rispetto verso i cittadini che devono quotidianamente affrontare difficoltà dovute proprio ai dissesti delle casse pubbliche. Sì, perché il dissesto non è una cosa che nasce spontaneamente e nessuno può farci niente. Il dissesto nasce perché queste persone sprecano in continuo denaro pubblico. Se noi tutti insieme ci ribelliamo a questo stato di cose, tutti insieme lottiamo per i nostri diritti, non ci sarà presto più posto per queste persone».

«Uno scandalo bello e buono, non c’è che dire. Evidentemente, molti consiglieri regionali, che stanno per essere travolti dall’ondata di rinnovamento in arrivo e sanno che non riusciranno a tornare in Consiglio, hanno deciso di regalarsi un lussuoso biglietto d’uscita. Cosa più grave, alle spalle dei contribuenti calabresi. Questa – conclude Tansi – è l’ennesima figuraccia di una classe politica indegna»

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