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TARSIA – È stato presentato ieri alla Provincia di Cosenza il progetto “MuViF – Museo Virtuale Ferramonti” nato dalla collaborazione della Fondazione Museo Internazionale della Memoria Ferramonti di Tarsia e dell’azienda Alphabeti di Milano, grazie all’assegnazione del bando europeo per l’Azione 4 – Memoria Europea Attiva del Programma “Europa Per I Cittadini” 2007-2013. Ma l’evento “virtuale” ha contribuito a riaccendere il dibattito sulla ristrutturazione del più grande campo d’internamento italiano per ebrei della Seconda guerra mondiale dove è oggi ospitato il museo “reale” dal quale prende vita il Muvif. La polemica tra la Fondazione presieduta dall’ex sindaco di Tarsia, Francesco Panebianco, e diversi storici e giornalisti è riesplosa dopo un articolo molto critico a firma di Anna Longo dal titolo inequivocabile “Ferramonti: basta con gli scempi” nel quale la vicecaporedattore Cultura del Giornale Radio Rai parla delle poche baracche sopravvissute alla costruzione dell’autostrada prima e dei contadini del luogo poi, ristrutturate come «anonimi e algidi bungalow in stile agriturismo». Facebook, ancora una volta, è la piazza del dibattiti, nel quale non mancherebbero accuse di plagio, falsificazioni di immagini e di dati storici, millantato partenariati con istituzioni di alto profilo culturale – tutte cose da dimostrare. All’accesa discussione hanno già preso parte due tra i più importanti studiosi italiani del campo di Ferramonti: Mario Rende e Anna Pizzuti. A fare da sfondo alla vicenda c’è la dimenticanza – che sembra un paradosso per un sito, sia reale si virtuale che punta alla salvaguardia della memoria – del contributo storiografico e concreto che hanno dato lo studioso Spartaco Capogreco e la Fondazione Ferramonti alla salvezza di quel poco che era rimasto del campo e che con le loro battaglie sono riusciti, tra le altre cose, a ottenere l’emanazione, da parte del Ministero per i Beni Culturali, di un decreto di vincolo quale “luogo di interesse storico-culturale” per l’area di Ferramonti. Per rendersi conto di chi abbia ragione, nella polemica, basta andare a visitare l’ex campo; o quel che ne resta. Oppure, senza troppo scomodarsi basta entrare nel Museo virtuale (www.museoferramonti.it). Francesco Mollo

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