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CETRARO (CS) – «Anche il semplice gesto di non stringere la mano a tutti può diventare un gesto rivoluzionario, perchè implica il fatto di aver preso “posizione” e di non scendere a compromessi con la ‘ndrangheta. Questo è uno dei grandi insegnamenti che ci ha lasciato il dottor Pignatone, nei quattro anni di proficuo lavoro comune presso la Procura di Reggio Calabria, insieme alla consapevolezza che la ‘ndrangheta non è invincibile, ed è anche il grande insegnamento che ci ha lasciato un uomo integerrimo come Giovanni Losardo». Le parole del giovane sostituto procuratore di Reggio Calabria, Giovanni Musarò, per anni stretto collaboratore dell’ex procuratore capo della città dello Stretto, ora procuratore capo a Roma, Giuseppe Pignatone (impossibilitato ad essere presente), hanno lasciato un segno profondo in tutti coloro che ieri sera, nel Teatro comunale Filippo Lanza di Cetraro, hanno partecipato alla X edizione del Premio “Giovanni Losardo”, organizzata dal Laboratorio sperimentale omonimo, presieduto da Gaetano Bencivinni e intitolato al militante e amministratore comunista cetrarese, nonché Segretario capo della Procura della Repubblica di Paola, ucciso dalla mafia il 21 giugno del 1980, perché ritenuto d’intralcio ai suoi disegni criminali e affaristici, e del quale, a tutt’oggi, almeno ufficialmente, non si conoscono gli assassini e i loro mandanti. 

Questa edizione del Premio “Giovanni Losardo”, presieduta da Pino Arlacchi, responsabile della Sezione internazionale del Laboratorio Losardo e presidente onorario del Premio, coordinata da Francesca Villani, responsabile del Settore editoria e comunicazioni del Laboratorio, ha confermato, ancora una volta, la manifestazione quale una delle poche occasioni per affrontare, in modo profondo e senza retorica, tematiche scottanti e sempre d’attualità nella nostra terra. 

Così come ribadito dallo stesso Gaetano Bencivinni, nel suo breve intervento, infatti, l’azione del Laboratorio e il Premio Losardo «hanno  l’obiettivo di ricordare e tramandare alle nuove generazioni l’esempio di Giovanni Losardo e di contribuire alla costruzione di una cultura della legalità e dell’antimafia».

 La manifestazione, sulla scia delle edizioni precedenti, è stata, ancora una volta, caratterizzata dalla presenza di autorevoli personalità internazionali, nazionali e regionali, che hanno partecipato alla serata sia in qualità di ospiti, sia come destinatari del prestigioso riconoscimento, ed è stata articolata in varie sezioni, all’interno delle quali i responsabili del Laboratorio sperimentale hanno individuato, assegnando loro il prestigioso premio, figure e personalità, che, nel proprio ambito di lavoro, si sono particolarmente distinte, lasciando un segno profondo e lanciando messaggi incoraggianti, che invitano a un maggior impegno contro la criminalità organizzata. 

Hanno, infatti, ricevuto il Premio “Giovanni Losardo 2012”, per la “Sezione internazionale”, il criminologo francese Alain Bauer, per la “Sezione autori”, la giornalista Manuela Iatì, per la “Sezione legalità”, don Giacomo Panizza e l’attuale procuratore capo di Roma, già procuratore capo di Reggio Calabria, Giuseppe Pignatone (rappresentato ieri a Cetraro, come già detto, da Giovanni Musarò), e, infine, per la “Sezione giornalismo”, Natalia Augias e Guido Ruotolo. 

Sono, inoltre, intervenuti a Cetraro per la serata conclusiva del Premio, Arcangelo Badolati, responsabile della Sezione autori del Premio Losardo, Filippo Veltri, responsabile della Sezione giornalismo, entrambi membri della giuria del Premio Losardo, Raffaele Losardo, presidente onorario del Laboratorio Losardo, Giuseppe Aieta, sindaco di Cetraro, Beniamino Iacovo, presidente del Consiglio comunale di Cetraro, e Maria Francesca Corigliano, assessore provinciale alla Cultura. 

In particolare, il sindaco di Cetraro, Giuseppe Aieta, nel suo intervento, ha sottolineato il fatto che «Giovanni Losardo ci ha anche trasmesso un grande amore per i “saperi” ed è proprio su questo che Cetraro e le sue istituzioni lavorano, soprattutto nei confronti dei giovani, anche attraverso iniziative come questa. La città di Cetraro e le sue istituzioni danno, infatti – ha proseguito il sindaco – un significato altamente simbolico a questo premio, che rappresenta al meglio l’anelito verso la legalità che attraversa i nostri cittadini. Siamo, infatti, fortemente impegnati, così come fa egregiamente il Laboratorio Losardo, per valorizzare al massimo i giovani talenti del nostro territorio, emblema e simbolo di una città che punta e scommette sulla cultura per la sua rinascita civile e sociale». 

A sua volta, Filippo Veltri, premiando Guido Ruotolo, ha voluto mettere in evidenza che «il Premio Losardo non è mai stato una “parata”, poiché viene sempre attribuito a persone che si “spendono” davvero sul campo». Filippo Veltri ha, inoltre, letto un breve messaggio di saluto ai presenti del direttore del Quotidiano della Calabria, Matteo Cosenza, che, impossibilitato a essere presente all’evento, ha, comunque, voluto sottolineare la sua vicinanza ai valori che esso, da sempre, esprime, facendo, in particolare, riferimento al suo editoriale di ieri mattina, nel quale, partendo proprio dal Premio Losardo, ha descritto un quadro tuttora molto inquietante relativo al contesto sociale, politico e imprenditoriale della nostra regione. 

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