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DA una ricorrenza all’altra, per san Francesco di Paola. L’anno appena iniziato segna il cinquecentenario della beatificazione, nel lungo ponte che collega il 2007, anno dei 5 secoli dalla morte, al 2016, quando ricorrerà il VI centenario della nascita. Il 12 dicembre, il contatore sul sito del santuario di Paola ricordava che mancavano esattamente 1.200 giorni all’appuntamento del 27 marzo 2016. Ma intanto, il 6 gennaio si chiuderà il giubileo per i 50 anni dalla proclamazione del Santo di Paola a patrono della Calabria. Nel santuario della cittadina sul Tirreno cosentino, l’arcivescovo di Cosenza, Salvatore Nunnari, celebrerà una liturgia solenne e impartirà a nome del Papa, con uno speciale decreto, la benedizione per la particolare ricorrenza. Poi sarà già il tempo di tuffarsi nelle iniziative per il cinquecentenario della beatificazione, che vivrà il culmine il 7 luglio.
LA SCIA DI SANTITA’ – Nel 2013, però, ci sarà anche un altro appuntamento per testimoniare che il modello del patrono della Calabria continua a generare santità. Nei giorni scorsi è arrivata infatti la notizia che per dieci donne del XX secolo, seguaci di san Francesco di Paola, si apre la strada verso la gloria degli altari. Si tratta di Maria di Montserrat (al secolo: Giuseppa Pilar García y Solanas) e 8 consorelle, tutte spagnole e tutte suore professe dell’Istituto delle Minime Scalze di San Francesco di Paola, il secondo ordine che si rifà al taumaturgo calabrese. Con loro morì anche Lucrezia García y Solanas, laica e vedova. Nei giorni scorsi, il Papa ha riconosciuto il loro martirio: per la Chiesa sono state uccise “in odio della fede” a Barcellona, in Spagna, il 23 luglio 1936. E l’assemblea plenaria della Conferenza episcopale spagnola ha stabilito che la cerimonia di beatificazione sarà il 28 ottobre 2013 a Tarragona. Cinque secoli dopo quella del Santo che ha ispirato la loro vita.
NELLA SPAGNA DELLE PERSECUZIONI – Le nove monache minime claustrali vivevano nel monastero di Barcellona negli anni in cui la Spagna era scossa dalla persecuzione religiosa. Madre Montserrat era stata la superiora della comunità. Con lei c’erano madre Margarita de San Ramòn, madre Asunciòn Vilaseca Gallego, sor Maria de las Mercedes Mestre Trinchè, sor Maria De Jesùs Jordà, sor Josefa Chanella Domenèche, sor Trinidad Rius Cases, sor Enriqueta Ors Molist, sor Filomena de San Francisco de Paula. Dona Lucrecia, sorella di madre Monserrat, viveva insieme a loro.
Nel 1936 il convento venne messo a soqquadro e incendiato e loro furono costrette a fuggire. Il 22 luglio furono rintracciate da un gruppo di giovanissimi miliziani guidati da una guardia urbana. L’irruzione, pugnali e pistole in pugno, avvenne mentre le religiose stavano recitando il rosario. Madre Monserrat si fece avanti presentandosi come superiora e offrendosi all’arresto per salvare la vita delle altre. Furono invece caricate tutte di peso e lanciate su un camion, trasportate in un luogo in cui furono percosse, ferite e poi uccise. Raccontano le biografie che i miliziani andarono a bere in un’osteria vicina e commentarono: «Erano monache coraggiose».

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