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TAVERNA (CZ) – La storia di Laura potrebbe sembrare quella di una “normale” ragazza calabrese, cresciuta in una piccola realtà, uguale a mille altre, con gli amori adolescenziali, gli amici di sempre, gli studi classici nel liceo Galluppi; ma Laura di “normale” ha ben poco, perché questa giovane donna, innamorata di un coetaneo, dopo aver conseguito, presso la Sapienza di Roma, la laurea in architettura, ha deciso di cambiare il corso della sua vita, e lo ha fatto in maniera radicale decidendo di entrare nell’ordine delle missionarie della carità di Madre Teresa di Calcutta. 

Una scelta difficile, quella di Laura, le missionarie di madre Teresa offrono se stesse per il servizio dei più poveri tra i poveri, una volta presi i voti, scelgono di andare ad operare in Paesi dove la miseria e la povertà sono delle tragiche costanti, e lo fanno per il resto della loro vita, senza rimpianti. Laura, per tutti oggi Sister Mary Levi, ha ufficializzato questo suo stato qualche giorno fa a Roma, circondata dall’ affetto della sua famiglia, che, dopo un fisiologico momento di smarrimento, ha accettato con gioia la decisione della giovane donna che ha lasciato la certezza di un lavoro ben retribuito presso un affermato studio tecnico, ha rinunciato all’amore terreno di un uomo per donarsi completamente all’amore per Cristo. «Sono cresciuta – ha confessato la giovane – con l’idea di un Dio giudice; pregavo, a volte anche tanto, ma era preghiera rivolta ad un Dio lontano. Lottavo da sola contro un mondo che mi vedeva e mi voleva diversa da come io fossi in realtà». 
Il percorso che ha portato Laura a questa decisione non è stato sicuramente privo di ostacoli, anni trascorsi a prodigarsi nel volontariato ed a chiedersi cosa Dio volesse da lei, apparentemente appagata ed arrivata. Laura per anni ha fatto la volontaria al Celio, nella casa dei disagiati di San Gregorio, li si sentiva davvero felice, le dava gioia darsi da fare in un ambiente dove la sofferenza era all’ordine del giorno, ma dove, al contempo, si toccava con mano la semplicità e la serenità di un amore che travalica l’umana comprensione. «Vivevo perché arrivasse il fine settimana, per recarmi a San Gregorio, dalla mia nuova famiglia, per sentirmi appagata, soddisfatta del mio contributo a chi soffre, ma, nonostante questo, non ero ancora pronta. Temevo la stanchezza fisica delle suore che vedevo sempre sorridenti ed attive, malgrado la fatica sostenuta ogni giorno, non comprendendo che a loro non pesa nulla perché l’amore per Gesù è più profondo della stanchezza». 
 Finalmente, dopo anni trascorsi in una sorta di limbo, alla ricerca della propria identità, questa giovane donna, trova la sua strada e la trova nella maniera forse più bella per una cristiana, quella di donarsi con tutta se stessa agli altri, senza riserve. A salutarla a Roma, un gruppo nutrito di tavernesi capitanati da ben cinque sacerdoti del paese natale, con loro, le suore dorotee, i compaesani, gli amici d’infanzia, i parenti al completo per i quali parla lo zio materno, Costantino Mustari. «Proviamo una gratitudine immensa nei confronti del Signore, per il segno che ci ha inviato facendo dono di Laura alla nostra famiglia ed alla comunità parrocchiale di Taverna». 
Adesso suor Mary Levi è pronta, comincerà la sua missione in una comunità di Tor Bella Monaca, a stretto contatto con la sofferenza. «Che gioia quando ho scoperto di essere guarita dalla mia cecità, quando ho capito che non devo più sacrificarmi per far contento il mio Signore. Adesso mi sembra di volere tutto, sapendo che veramente tutto mi appartiene». Laura Montesani, suor Mary Levi è uno degli esempi più lampanti della fierezza e della determinazione delle donne calabresi, la risposta più eloquente alla bagarre suscitata da alcuni commenti che vorrebbero le donne di questa Regione succubi di un maschilismo medioevale.
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