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LA fumata bianca arriva al termine della prima giornata di lavori: il  conclave dei vescovi calabresi, che si è riunito a Cittadella del Capo,  ha eletto Salvatore Nunnari presidente della Conferenza episcopale calabra. Un mandato che era prevedibile, nonostante il presule reggino abbia compiuto 74 anni nel giugno scorso e quindi tra otto mesi sia chiamato, secondo il codice di diritto canonico, a presentare al Papa le dimissioni da arcivescovo di Cosenza, con la conseguente decadenza dalla carica regionale. Un vincolo dal quale, in realtà, il Vaticano ha spesso derogato concedendo una proroga annuale. Più che l’orizzonte temporale, comunque, sulla decisione ha pesato il ruolo di Nunnari, che è considerato un punto di riferimento dalla maggior parte dei presuli calabresi: Marcianò, ad esempio, lo ha avuto come parroco a Reggio Calabria; Bonanno è stato suo vicario generale a Cosenza; Morosini ha visto in lui uno dei più entusiasti sostenitori. E già nel 2011, dopo la decadenza di Ciliberti che era diventato arcivescovo emerito di Catanzaro, era arrivata una prima gratificazione con l’elezione a vicepresidente della Conferenza episcopale calabra. Proprio in questa veste, dal 23 al 25 settembre scorsi Nunnari aveva partecipato al consiglio permanente della Cei a Roma, prendendo il posto dell’arcivescovo Vittorio Mondello che nel frattempo aveva terminato il suo mandato alla guida della diocesi di Reggio Calabria e quindi aveva lasciato, dopo 6 anni, la presidenza dei vescovi calabresi.
Ora arriva il nuovo incarico per il prelato che ha ricevuto l’ordinazione sacerdotale 49 anni fa dall’arcivescovo Ferro e quella episcopale 14 anni fa per imposizione delle mani proprio da parte di Mondello. Da vescovo, Nunnari è stato per cinque anni in Irpinia, alla guida della diocesi di Sant’Angelo dei Lombardi-Conza-Nusco-Bisaccia. Poi l’arrivo sulla cattedra metropolita di Cosenza, nel 2004. Dovrà guidare la Conferenza episcopale calabra in una fase che preannuncia grandi novità per la Chiesa. A partire proprio da quella discussa nel corso della recente tre giorni romana, con la prospettiva di un cambiamento dello statuto  Cei per permettere l’elezione diretta, da parte dei vescovi, della presidenza nazionale, secondo quanto auspicato dal Papa. Ma è soprattutto un altro progetto del pontefice a riguardare da vicino la Calabria: nel maggio scorso, parlando davanti all’assemblea generale Cei, Francesco ha appoggiato l’ipotesi di ridurre il numero delle diocesi in Italia sulla base della valutazione di una commissione. La Calabria, che ha diverse diocesi di dimensioni contenute, potrebbe essere interessata dalla riforma: saranno decisivi in questo senso i prossimi mesi. Proprio quelli nei quali sarà Nunnari a rappresentare l’episcopato regionale.

LA fumata bianca è arrivata ieri sera al termine della prima giornata di lavori: il  conclave dei vescovi calabresi, che si è riunito a Cittadella del Capo, ha eletto l’arcivescovo di Cosenza Salvatore Nunnari presidente della Conferenza episcopale calabra. Stamattina, invece, le altre due nomine: Francesco Milito, vescovo di Oppido-Palmi, sarà il vicepresidente; Luigi Renzo, vescovo di Mileto-Nicotera-Tropea, sarà invece il segretario.

MONDELLO LASCIA DOPO SEI ANNI –  Un mandato, quello di Nunnari, che era prevedibile, nonostante il presule reggino abbia compiuto 74 anni nel giugno scorso e quindi tra otto mesi sia chiamato, secondo il codice di diritto canonico, a presentare al Papa le dimissioni da arcivescovo di Cosenza, con la conseguente decadenza dalla carica regionale. Un vincolo dal quale, in realtà, il Vaticano ha spesso derogato concedendo una proroga annuale. Più che l’orizzonte temporale, comunque, sulla decisione ha pesato il ruolo di Nunnari, che è considerato un punto di riferimento dalla maggior parte dei presuli calabresi: Marcianò, ad esempio, lo ha avuto come parroco a Reggio Calabria; Bonanno è stato suo vicario generale a Cosenza; Morosini ha visto in lui uno dei più entusiasti sostenitori. E già nel 2011, dopo la decadenza di Ciliberti che era diventato arcivescovo emerito di Catanzaro, era arrivata una prima gratificazione con l’elezione a vicepresidente della Conferenza episcopale calabra. Proprio in questa veste, dal 23 al 25 settembre scorsi Nunnari aveva partecipato al consiglio permanente della Cei a Roma, prendendo il posto dell’arcivescovo Vittorio Mondello che nel frattempo aveva terminato il suo mandato alla guida della diocesi di Reggio Calabria e quindi aveva lasciato, dopo 6 anni, la presidenza dei vescovi calabresi.

DALL’IRPINIA A COSENZA ALLA GUIDA DELLA CEC – Ora arriva il nuovo incarico per il prelato che ha ricevuto l’ordinazione sacerdotale 49 anni fa dall’arcivescovo Ferro e quella episcopale 14 anni fa per imposizione delle mani proprio da parte di Mondello. Da vescovo, Nunnari è stato per cinque anni in Irpinia, alla guida della diocesi di Sant’Angelo dei Lombardi-Conza-Nusco-Bisaccia. Poi l’arrivo sulla cattedra metropolita di Cosenza, nel 2004. Dovrà guidare la Conferenza episcopale calabra in una fase che preannuncia grandi novità per la Chiesa. A partire proprio da quella discussa nel corso della recente tre giorni romana, con la prospettiva di un cambiamento dello statuto  Cei per permettere l’elezione diretta, da parte dei vescovi, della presidenza nazionale, secondo quanto auspicato dal Papa. 

IL PROGETTO DI RIDUZIONE DELLE DIOCESI – Ma è soprattutto un altro progetto del pontefice a riguardare da vicino la Calabria: nel maggio scorso, parlando davanti all’assemblea generale Cei, Francesco ha appoggiato l’ipotesi di ridurre il numero delle diocesi in Italia sulla base della valutazione di una commissione. La Calabria, che ha diverse diocesi di dimensioni contenute, potrebbe essere interessata dalla riforma: saranno decisivi in questo senso i prossimi mesi. Proprio quelli nei quali sarà Nunnari a rappresentare l’episcopato regionale.

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