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SANT’AGATA DEL BIANCO (RC) – E’ un appuntamento importante quello di questa sera a Sant’Agata del Bianco, un appuntamento in cui la cultura e la storia della Calabria si fonderanno in onore dello scrittore Saverio Strati. Il Quotidiano della Calabria, attraverso il suo direttore Matteo Cosenza, con una campagna di solidarietà, su sollecitazione del drammaturgo cosentino Vincenzo Ziccarelli, aveva raccolto e pubblicato l’accorato appello dello scrittore Saverio Strati locrideo, nativo di Sant’Agata del Bianco (1924), il quale, concludeva così la sua breve ma intensa lettera: «Con i premi di cui ho detto e la vendita dei libri avevo risparmiato del denaro che ho usato in questi anni di silenzio e di isolamento. Ora quel denaro è finito e io, insieme a mia moglie mi trovo in una grave situazione economica. Perciò chiedo che mi sia dato un aiuto tramite il Bacchelli, come è stato dato a tanti altri. Sono vecchio e stanco per il tanto lavoro. Sono sotto cura, per via della pressione alta. Esco raramente per via che le gambe a momenti mi danno segni di cedere. Nonostante questi guai porto avanti il mio diario cominciato nel 1956. Ho inediti, fra racconti e diario, per circa 5000 pagine. La mia residenza è a Scandicci». Dopo qualche anno il Consiglio dei Ministri gli concede il beneficio della legge Bacchelli. 

Al Corriere della Sera nel dicembre del 2009 dichiarò: «Sono contento di questo riconoscimento che viene a interrompere un lungo periodo di solitudine e di silenzio intorno alla mia persona e alla mia opera. Adesso la mia vita continua con i disagi dell’ età avanzata, ma senza le difficoltà economiche di questi ultimi anni che hanno angustiato la mia quotidianità». Saverio Strati che ebbi l’onore di presentare a Taurianova il 6 giugno del 1981, in un incontro “storico” organizzato dal Centro Servizi Culturali, non sarà questa sera a S. Agata del Bianco, alla mostra multimediale su di lui organizzata dall’Amministrazione Comunale, a cura di Antonio Panzarella, Santino Salerno e Antonio Renda. Lo scrittore è ammalato ed impossibilitato a muoversi da Scandicci (Firenze), dove risiede da mezzo secolo con la moglie. Sant’Agata del Bianco intende ugualmente onorare una delle più belle figure del Comune con una mostra, un incontro sullo scrittore e la proiezione di un film tratto dalla sua opera. Era stato lo stesso scrittore, nel sofferto appello al Governo Italiano, raccolto dal nostro Giornale, a parlare di se stesso: «Io, Saverio Strati sono nato a Sant’Agata del Bianco il 16 agosto 1924, finite le scuole elementari, avrei voluto continuare gli studi ma era impossibile, perché la famiglia era povera. Nel 1945, a 21 anni, mi rivolsi a mio zio d’ America, fratello di mia madre, per un aiuto. Mi mandò subito dei soldi e la promessa di un aiuto mensile. Mi iscrissi all’università di Messina alla facoltà di Lettere e Filosofia. Leggere e scrivere era per me vivere». 
Questo pomeriggio, alle ore 16.30 presso il Palazzo Comunale, dopo i saluti del sindaco Giuseppe Strangio, Giuseppe Raffa, presidente della Provincia di Reggio Calabria, Sinibaldo Esposito vice sindaco del Comune di Catanzaro, Giuseppe Bombino Presidente del Parco Nazionale dell’Aspromonte e Mario Bozzo presidente della Fondazione Carime, parleranno di Strati Palma Comandé, scrittrice, Matteo Cosenza, direttore del Quotidiano della Calabra, Gioacchino Criaco, scrittore, Luigi Maria Lombardi Satriani, docente Università Suor Orsola Benincasa di Napoli, Giorgio Molteni, regista, Antonio Panzarella docente accademia di Belle Arti, Walter Pedullà, docente emerito Università La Sapienza Roma, Santino Salerno, critico letterario, Domenico Talia, docente Università della Calabria. Alle 19 seguirà la proiezione del film” Terra rossa” tratto dal romanzo di Strati “La teda”, per la regia di Giorgio Molteni. 
Un appuntamento al quale non si può mancare per far sentire da lontano allo scrittore quanto grande sia l’affetto e l’ammirazione dei calabresi tutti, per i quali scrisse: «Io amo profondamente la mia Calabria, ho dentro di me il suo silenzio, la sua solitudine tragica e solenne. Sento che pure qualcosa dovrà venire fuori di lì; un giorno o l’altro dovrà ritrovare dentro i sé ancora quelle tracce che conserva della antica civiltà della Magna Grecia».
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