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COSENZA – “Non avrei creduto mai di poter dar vita a sì tanta beltà attraverso le mie dita”. Sono queste la parole del pittore Basil Hallward davanti al ritratto che ha appena realizzato: quello del giovane Oscar Wilde. Quel ritratto che cambierà per sempre le esistenze dei protagonisti della storia. Ma le parola appena riportate non sono di Oscar Wilde, ma di un giovane autore cosentino di nome e di fatto: Andrea Cosentino, appunto. Perché il musical Dorian Gray, liberamente tratto dal celebre romanzo di Wilde e che andrà in scena i prossimi 28 e 29 novembre al teatro Apollo di Crotone, parla calabrese. Ideato dai due giovani autori crotonesi Antonia Gualtieri e Marco Pupa (che ne ha realizzato le liriche), della neonata compagnia teatrale “Iris”, lo spettacolo nasce appunto con l’obiettivo di creare una rappresentazione teatrale di alta qualità e che possa essere molto vicina alle nuove generazioni. Un musical “didattico”, dunque, con un Dorian Gray moderno che canta le liriche di Andrea Cosentino e che parla con le parole scritte da Antonello Coggiatti. Il cast, affidato alla regia della napoletana Claudia E. Scarpa, è composto da giovani talenti locali, ad esclusione di Andrea De Majo, attore trentino che interpreta Dorian: si tratta della stessa Antonia Gualtieri (nei panni di Sybil Vane), Mariano Riccio (Lord Henry Wotton), Rosario Gualtieri (Basil Hallward) e Francesco Pupa (James Vane). I costumi  sono di Rosario Gualtieri, mentre ad Angelo Gallo affidate le scenografie e le luci.
Un lavoro innovativo che ha ricevuto il plauso di Michele Placido che ne  accolse  ad agosto un breve medley  durante la  data crotonese del suo spettacolo “Amor c’ha nullo amato”.
E nato dall’idea di due autori calabresi che sono dovuti andar fuori per formarsi e crescere. Marco Pupa è da anni a Roma, dove ha avuto modo di cimentarsi come musicista in diversi musical di successo e dove ha intrapreso la carriera di compositore. Antonia Gualtieri è anch’essa emigrata in terra romana dove si è formata con Giampiero Ingrassia e la sua Fonderia delle Arti.
 Veste la prima volta i panni di autore di liriche per il teatro, invece,  Andrea Cosentino, che in realtà nascecome cantautore. Una passione, quella per il canto, che nasce sui banchi del coro parrocchiale e che lo porta a studiare con Stefania Labate, per poi intraprendere il tour nei locali cosentini. Nel 2007 la partecipazione a XFactor con l’esclusione nella seconda selezione. Nel 2013 ci riprova con The Voice, supera le prime due selezioni e arriva in trasmissione dove la sua versione di “Unchain my heart” viene ritenuta “troppo precisa” dal quartetto di giudici Cocciante, Carrà, Pelù, Noemi. Ora l’ardua prova delle liriche per un musical. «È stato un lavoro intenso e  faticoso ma allo stesso tempo esaltante – spiega Cosentino – La difficoltà sta nell’immedesimarsi nella personalità e nelle emozioni di ciascun personaggio e dargli voce. E poi c’è la musica.  Serve farsi travolgere da essa e cercare le parole giuste che possano suscitare le stesse sensazioni. È stata dura ma alla fine credo che abbiamo realizzato un ottimo lavoro – conclude –  e sono onorato di aver avuto questa possibilità». Nei progetti di Andrea Cosentino, ora, un nuovo musical, una produzione indipendente ispirata a una celebra favola di Andersen. Di più, non è dato sapere.

E ora c’è anche il bergamotto cinese. Lo sanno bene i conduttori di Uno Mattina Verde, Elisa Isoardi e Massimiliano Ossini, che ieri mattina su Rai 1 hanno presentato il prodotto al grande pubblico. “Questo è il bergamotto, arriva dalla Cina, ma ora c’è anche da noi, in una piccola zona della Calabria”. Poche parole dall’inequivocabile  significato. Un’altra truffa ai danni dei coltivatori calabresi, che rischia di accelerare il declino dell’agrume che, prima della falsa nota del presentatore televisivo, si sapeva come “unico al mondo perché riesce ad attecchire soltanto nel particolare microclima che caratterizza la costa di Reggio Calabria, da Villa San Giovanni a Roccella Jonica”. E’ risaputo, infatti, che se c’è una cosa che i calabresi hanno e che il resto del mondo non ha, è il bergamotto.  

Le prime testimonianze che attestano, senza alcuna incertezza, la presenza del bergamotto in Calabria risalgono al XIV secolo. La produzione mondiale, dicono tutte le statistiche, si trova concentrata in massima parte (per il 90% almeno) in Italia, nella provincia di Reggio Calabria. Eppure, ieri s’è continuato a dire “adesso questo frutto è anche nostro, è diventato un nostro Dop”. E questo, al cospetto del presidente del Consorzio per la tutela del bergamotto di Reggio Calabria, Ezio Pizzi, che non replica alla “propaganda” del bergamotto cinese. E menomale che nei mesi scorsi, il governatore della Calabria, in una sua visita in Cina ha sottolineato che in Calabria “l’agricoltura è una attività estremamente interessante da noi, abbiamo una importante produzione di olio e vino ma penso anche al bergamotto che si trova solo in Calabria o al cedro”. Subito su Fb sono rimbalzate le proteste per il bergamotto “made in Calabria”, quello originale.

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