X
<
>

Condividi:
4 minuti per la lettura

La Calabria si conferma, anche per il 2013, il fanalino di coda (seguita solo dal Molise) per introiti nei musei e nelle aree archeologiche statali d’Italia. Penultima, ancora una volta. Con un totale in cassa, in tutto l’anno appena trascorso, di soli 45.583 euro lordi. E segna meno l’asticella dei visitatori che hanno scelto le mete culturali statali di casa nostra: -3,56%, comunica il Mibact con i dati appena sfornati dall’ufficio statistica, e che, seppure provvisori, in versione definitiva restano in genere sostanzialmente uguali. 

Una novità c’è: è il Museo di Reggio Calabria, con i Bronzi tornati a casa il 23 dicembre scorso, a far alzare gli introiti rispetto al 2012: fino al 31 dicembre, in soli otto giorni, i Guerrieri hanno totalizzato infatti circa 17.701 euro di introiti lordi. Senza questi l’intera Calabria si sarebbe fermata, anche per il 2013, come fu per l’anno precedente, a 27.882 euro (sempre lordi). Un miracolo di immobilismo di matematica precisione: nel 2012 (senza il museo reggino) tutti i siti calabri fecero 27.046 euro lordi. A conti fatti, dunque, i Bronzi si confermano il principale attrattore calabrese, capaci di fare in otto giorni quasi quanto tutti gli altri siti calabresi hanno fatto in un anno.
Due: i poli statali calabresi sono clinicamente “morti”. Basti pensare che nel 2012 i ticket staccati sono stati 202.005. Nel 2013 (con tutti i Bronzi che hanno totalizzato in quegli otto giorni 11.522 ingressi) scendono a 194.807. Un -3,56% che dunque senza i Guerrieri avrebbe toccato ben altre cifre. Una disfatta. Per farsi una rapida idea di quanto la Calabria sia lontana dalla vetta, ecco la top 30 del 2013 con i siti più visitati: al primo posto c’è il circuito romano del Colosseo, Foro romano e Palatino. In cassa portano circa 40 milioni. Malgrado crolli, ed ora anche furti, Pompei è al secondo posto, con poco più di 20 milioni di euro. Al terzo, per fermarci, gli Uffizi, che portano poco più di 9 milioni allo Stato. Al trentesimo posto si staglia il Museo nazionale del Bargello, a Firenze, che porta in un anno 473.902 euro lordi. Numeri ben lontani dai poco più di 40.000 euro calabresi. 
A guardare la situazione del Mezzogiorno, la Calabria scompare. Perchè fanno meglio tutti: compresi Abruzzo (anche se di un soffio), Puglia (che sfiora gli 800.000 euro) e Basilicata (che doppia la Calabria). Insomma, non c’è da stare allegri. E anche se i Bronzi promettono bene nei numeri (in questi giorni il Museo apre le porte anche con una mostra su Giuseppe Verdi, l’Arazzo Fiammingo e i concerti primaverili), il resto della Calabria piange. Non un discorso di vile denaro (bisogna ricordare che in Calabria su quattordici siti statali, a pagamento ce ne sono soltanto cinque), perchè a togliere ogni penosa “scusa” sono i numeri dei visitatori: al Museo e al parco archeologico nazionale di Scolacium, a Catanzaro, in tutto il 2013 sono arrivati 37.273 visitatori. All’Amendolara a Cosenza 968, nel Museo della Sibaritide (malgrado il fango) il Mibact segna 11.131 ingressi, di cui 3.603 paganti, lasciando in cassa 6.962 euro. Nel parco, invece, anche qui malgrado il fango, 9.936 sono i ticket (gratuiti) staccati. Si va quindi alla Galleria nazionale di Cosenza: qui il Mibact appunta 15.480 visitatori, mentre all’Antiquarium di Scalea 4.453. Crotone con il suo Museo archeologico stacca 13.201 biglietti, ma solo 2756 a pagamento, lasciando così, in euro, 5.287 monete. A Capo Colonna, in tutto il 2013, 16.467 visite e alla chiesa di S. Francesco di Gerace 2467. Tiene la Cattolica di Stilo, con 30.397 ingressi. Al Museo di Locri 24.988 le visite, di cui 2.467 paganti, il 10%: in euro 8.920 lordi. Al museo statale di Vibo sono arrivate 4.815 persone, al Capialbi 11.433 di cui 3.572 paganti, per 6.713 euro di incassi. 
Questa la Calabria dei tesori. Una Calabria che fa passi indietro, crolla, non attira e geme. Negli ultimi tre anni un delirio: prima il “crac”, nel 2011, con tutti i siti e musei statali in Calabria a segnare introiti per soli 28.948 euro lordi. E un calo del 3% rispetto all’anno precedente. Il 2012 tocca il fondo: 27.046 euro lordi, uno scivolone al ribasso del -7,10%. Nel 2013, tolti i circa 18.000 ingressi ai Bronzi, la Calabria avrebbe guadagnato neanche 1000 euro in più rispetto all’anno precedente, cioè quello “horribilis”. Ma dove si nasconderanno mai, allora, tutti i turisti che inondano la bella e ricca terra di Bruzi e Magnogreci? 
Nei siti della storia calabrese non si sono visti.
Condividi:

COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA

EDICOLA DIGITALE