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CASTROVILLARI – Il Papa farà visita anche ai detenuti del carcere di Castrovillari. La tappa, che si inserisce nell’annunciata visita del pontefice a Cassano per il 21 giugno prossimo (LEGGI), non è ancora stata ufficializzata dalla Santa Sede. Ma tutte le operazioni preliminari, effettuate fino a questo punto, fanno pensare che presto lo sarà.

Naturalmente il Papa andrà a far visita a tutti i detenuti del carcere di contrada Petrosa e al personale della polizia penitenziaria che quotidianamente lavora con queste persone dall’esistenza difficile. Ma non si può non considerare il fatto che nello stesso istituto si trovano rinchiusi sia i parenti del piccolo Cocò, sia il giovane rumeno accusato di essere l’omicida del parroco di Sibari, don Lazzaro Longobardi.

Al bambino Francesco aveva rivolto un pensiero a margine dell’Angelus del 26 gennaio; mentre di padre Lazzaro è stato il vescovo di Cassano Nunzio Galantino, che è anche segretario della Conferenza episcopale italiana, a parlarne con il Papa: «È un martire della carità», aveva detto Galantino a proposito del parroco ucciso, annunciando che avrebbe parlato di lui al Pontefice.

Non è perciò escluso che il Santo Padre chieda di incontrare proprio i genitori del bambino di tre anni assassinato il 16 gennaio scorso con un colpo alla testa e poi dato alla fiamme come un boss di mafia, e il ventiseienne Nelus Dudu che il 2 marzo scorso ha ucciso a sprangate il sacerdote della parrocchia di Sibari. Per la precisione, nel carcere di Castrovillari, oggi, si trovano solo il padre del bambino – Nicola Campolongo – e le due nonne; mentre la mamma – Antonia Iannicelli – si trova insieme alle sorella e ai bambini di entrambe, ai domiciliari in una struttura protetta. Domiciliari che le sono stati concessi solo dopo il tragico evento nonostante la ragazza ne abbia più volte fatto richiesta (una volta le sono stati concessi e poi revocati per violazione degli obblighi connessi) proprio perché altrimenti il bambino avrebbe dovuto restare con il nonno, dato che il resto della famiglia si trovava in carcere con l’accusa di spaccio di droga. 

La scelta del Papa si carica – se confermata – di un altro grande messaggio. Il pontefice, in realtà, secondo quanto spiegato da Galantino viene per chiedere scusa. Sì, Bergoglio – ha spiegato il vescovo di Cassano, che è anche segretario della Conferenza episcopale italiana – arriverà per «chiedere ancora scusa». Già nel dicembre scorso, infatti, Francesco aveva scritto ai fedeli della diocesi di Cassano per chiedere il «permesso» di attribuire al loro vescovo l’incarico di segretario generale Cei, che avrebbe di fatto limitato la sua presenza nel territorio.

E il viaggio di Bergoglio, ha sempre precisato il vescovo di Cassano, era stato già deciso prima dei due fatti di cronaca che hanno insanguinato la città. Al di là di questi pochi dettagli, tra l’altro ancora non del tutto ufficiali, poco altro si conosce del programma della vista del Papa. Di certo c’è che i calabresi lo aspettano, fiduciosi che questo pastore del Sud del mondo saprà cogliere tutte le sfaccettature di una regione Sud Italia.

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