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COSENZA – «L’importante è che se ne parli». Una riflessione, un invito e, complessivamente, il senso che si racchiude dietro la campagna di sensibilizzazione sull’Hiv che la Croce Rossa Italiana – Comitato locale di Cosenza, in collaborazione con l’Azienda Ospedaliera, ha promosso a partire da questa mattina presso l’Università della Calabria. L’iniziativa, presentata ieri in conferenza stampa presso la biblioteca “Castrignanò” dell’Annunziata (che ha visto la partecipazione del presidente del Comitato Cri Cosenza, dottor Antonio Schettini, e della dottoressa Cristina Giraldi, direttore del Laboratorio di Microbiologia e Virologia del polo ospedaliero bruzio), prevede uno stand che oggi, domani e giovedì stazionerà nei pressi delle pensiline dell’Unical (orario 8-11), presso il quale chiunque potrà sottoporsi al test del virus Hiv, in forma completamente gratuita e anonima, e ricevere tutte le informazioni su questa problematica e sulle forme di prevenzione da seguire per evitarne il contagio.

Un tema, quello delle malattie sessualmente trasmissibili, sulla quale la Croce Rossa Italiana di Cosenza è da anni a lavoro (in collaborazione con associazioni quali “Eos Calabria” e “Certi Diritti”, presenti allo stand Unical con il loro materiale informativo) in termini di divulgazione informativa e di prevenzione. «L’esigenza – ha spiegato il dottor Schettini – è quella di fare informazione in un momento storico in cui i media hanno abbassato la guardia sull’argomento, parlando sempre meno di Hiv, di Aids e di prevenzione». 

I dati del Coa (Centro Operativo Aids) relativi al 2012, snocciolati ieri dalla dottoressa Giraldi, sono affatto tranquillizzanti. In Italia sono stati 3853 i casi di contrazione del virus Hiv (pari al 6,5 % per ogni 100.000 abitanti); di questi il 79% sono soggetti maschili con un’età media di 38 anni (per le donne l’età media è di 36) con picchi altissimi in Lombardia, Trentino e Lazio (per la Calabria una percentuale relativamente bassa pari allo 0,6% per ogni 100.000 abitanti). Il veicolo di trasmissione predominante (pari all’80,7% dei casi di contagio) è quello sessuale, con un’impennata di quello relativo ai rapporti omosessuali non protetti pari al 38%. I casi di Aids conclamata, poi, registrano un’incidenza dell’1,7% ogni 100.000 abitanti: di questi soggetti circa il 67% non aveva la minima idea di essere portatore di virus. Da ciò si evidenzia la necessità di essere informati sulle modalità di prevenzione. 

«Sempre meno giovani vengono a fare i dovuti controlli – evidenzia la dottoressa Giraldi – forse perché poco informati o semplicemente per la paura di un eventuale esito positivo. Ma è importante far sapere che oggi le terapie per rallentare il progredire dell’azione del virus verso l’Aids ci sono e sono efficaci». Nella tre giorni dell’Unical chiunque potrà effettuare gratuitamente il test. Basterà presentarsi a digiuno allo stand ed effettuare il prelievo in forma anonima, indicando semplicemente data di nascita e le iniziali del nome. Il campione verrà inviato in ospedale e il referto sarà disponibile, in busta sigillata, dopo 24 ore presso lo stesso stand. Nel caso di sieropositività, nella busta il soggetto troverà un invito a presentarsi presso il laboratorio dell’Annunziata per la ripetizione del test e gli opportuni approfondimenti, il tutto con l’adeguato sostegno clinico e psicologico del personale ospedaliero.

 

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