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PER chi la conosce, la piccola Silvia, 9 anni, è ormai il «miracolo dell’amore». E gli artefici della storia che ha ridato un futuro a questa bimba abbandonata dalla madre subito dopo il parto e affetta da una sindrome che le sfigurava il volto, sono calabresi e sono diventati la “famiglia dell’anno”. Loro hanno ricevuto il premio “Due cuori e una capanna” a margine dell’incontro che papa Francesco ha avuto in Vaticano con le famiglie numerose di tutta Europa.
Natale Grieco e Maria Assunta Campana  arrivano dalla provincia di Cosenza, anche se da qualche anno, per seguire i figli nei loro studi universitari, si sono trasferiti in Toscana e ora vivono a Ronta, nel Mugello. Il loro amore è nato a Rossano: si sono conosciuti nella parrocchia dei Santi Simone e Pietro dove hanno presto scoperto di desiderare entrambi «una famiglia grande, aperta alla vita» e disposta anche ad accogliere bimbi meno fortunati. E domenica mattina nell’aula Paolo VI, sono saliti sul palco con tutta la loro “tribù”. Francesca detta Kikka, 25 anni, segretaria in un’azienda; Simone, 20 anni perito aziendale, e Carmine, 29 anni, psicologo con un lavoro precario, sono i figli nati dalla coppia. Angela, studentessa di 17 anni di origine romena, è stata invece adottata. E poi c’è Silvia, appunto.
Sette anni fa Maria Assunta ha scoperto il sito internet dell’Associazione famiglie numerose e tra le pagine web ne ha trovata una sulla quale era raccontata una storia: “Silvia cerca famiglia”, c’era scritto nel titolo. Silvia era una bambina particolare: la madre naturale aveva beneficiato dell’anonimato secondo la legge che permette di registrare all’anagrafe il figlio di donna che non intende essere nominata. La piccola era nata con il labbro leporino ma presto aveva manifestato i sintomi della sindrome Phace, una rara malattia che deforma il volto. Fu ricoverata all’ospedale Bambin Gesù e poi trasferita in una casa famiglia a Roma.
Quando Natale e Maria Assunta si sono presentati per conoscerla e hanno espresso il desiderio di adottarla, gli assistenti sociali erano increduli: altri, in precedenza, si erano tirati indietro. E invece la coppia – lei adesso ha 53 anni ed è insegnante elementare, lui ne ha 54 anni e lavora come dipendente dell’Enel – ha aggiunto un posto nella propria casa.
Non solo: grazie a una rete di solidarietà, ha assicurato alla piccola un futuro che sembrava impensabile. I medici, infatti avevano detto ad Assunta e Natale che avrebbero dovuto abituarsi all’idea di veder crescere un vegetale: sfigurata, sulla sedia a rotelle, e per di più autistica e con ritardo mentale. E invece dopo una dozzina di interventi chirurgici e un paziente lavoro guidato da specialisti della funzionalità cognitiva, Silvia ora parla, ride, piange e corre. «È una forza della natura», racconta chi la conosce. E con le prossime due o tre operazioni, dicono i medici, si registreranno ulteriori progressi.
La storia di Silvia e della famiglia Grieco è stata raccontata in un libro, uscito di recente, scritto dalla giornalista  Serena Pinzani e intitolato «Ricordami di non smettere di sognare». E Natale e Maria Assunta in effetti non smettono di sognare che l’amore possa moltiplicarsi all’infinito: da dodici mesi hanno accolto in casa Jonathan, un altro bambino che loro definiscono «speciale» e che ha 4 anni.
Ora sono in casa sono in 8, quindi. Uno in più della media degli affiliati all’Associazione nazionale delle famiglie numerose che vede come nucleo familiare record un’altra coppia calabrese con i loro 14 figli: si tratta degli Anania di Catanzaro, che domenica scorsa non hanno partecipato al raduno nell’aula Paolo VI a causa di un piccolo infortunio per uno di loro. Duro il monito che il Papa ha rivolto ai politici sul tema della famiglia: «La Costituzione italiana all’articolo 31 chiede un particolare riguardo per le famiglie numerose: ma questo non trova adeguato riscontro nei fatti, restano le parole».

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