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COSENZA – Il Capo del Dipartimento della Protezione Civile, Franco Gabrielli, ha inaugurato l’anno accademico dell’Università della Calabria, con una lectio magistralis sul tema «La società dei rischi e delle emergenze». «In materia di problemi ambientali e di rischi – ha detto Gabrielli – il nostro livello di conoscenza è cresciuto e migliorato sensibilmente: oggi conosciamo molto meglio di trenta, quaranta anni fa il nostro territorio, i rischi naturali e antropici presenti, i fenomeni di crisi a essi collegati, le dinamiche dei processi, le conseguenze dei fenomeni e delle nostre reazioni. Ma è diventata insopportabile la nostra incapacità di trasformare la conoscenza in consapevolezza, in criteri di scelta evidenti nella loro necessità e urgenza per l’uso delle risorse disponibili per quanto scarse».

Nel suo intervento il Capo della Protezione Civile ha anche evidenziato che «i soli rischi idrogeologico e sismico, ai livelli che raggiungono in Calabria, richiederebbero interventi per decenni, per importi commensurabili a frazioni importanti del Pil italiano più che del bilancio dello Stato. Il discorso vale, a maggior ragione, per l’insieme delle regioni italiane e per l’intera gamma dei rischi naturali antropici con i quali conviviamo. Non occorre che vi dica che se solo avessi potuto promettere qualcosa, far balenare qualche prospettiva di fondi da usare, di risorse da mettere su qualche importante nuovo programma probabilmente non avrei resistito alla tentazione di vendermi anche solo modestissime risorse come contributo importante. In realtà non dispongo di un soldo, faccio lo slalom tra la spending review e tagli lineari improvvisi motivati dal fabbisogno di risorse per altri problemi urgenti. Anche per questo sono venuto qui, dove vive uno dei malati d’Italia più gravi, la vostra regione, a chiedere aiuto».

Infine alle domande dei giornalisti che gli chiedevano se sarà potenziata la protezione Civile in Calabria, Gabrielli ha risposto: «è un invito che ho rivolto al Presidente della Regione, che con la sensibilità istituzionale che lo contraddistingue, mi ha assicurato una particolare attenzione nell’ambito del suo mandato alla Protezione civile». 

Tra passato e futuro l’intervento del rettore dell’Unical Gino Mirocle Crisci: «L’apertura di un nuovo anno accademico è un appuntamento istituzionale, per alcuni versi rituale, che offre però due occasioni importanti: riflettere su quanto costruito negli anni e condividere col territorio, le prospettive di sviluppo future che abbiamo davanti. Questa Università in particolare è nata con una missione ben precisa: rappresentare il motore di sviluppo della regione. È una missione ancora attuale? Direi di sì. Anzi solo oggi si stanno creando le condizioni per la piena realizzazione di questo obiettivo. 

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