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COSENZA – La Colonna di Sosno è stata riconsegnata oggi alla città di Cosenza, ripristinata a cura di Gianluca Nava dopo il grave danneggiamento subito nel 2013 (LEGGI L’ARTICOLO). La cerimonia si è svolta oggi. Roberto Bilotti, componente della famiglia di mecenati cosentini che hanno reso possibile il Museo all’aperto, non potendo essere presente oggi all’evento, ha inteso comunque inviare una nota di testimonianza per ricordare come è nato il Mab, partendo proprio dalla figura di Carlo Bilotti che, verso il termine della sua vita segnata dalla morte dell’unica figlia, aveva maturato di donare parte della propria collezione alla sua città. Parte della collezione era stata esposta nel 2005 a S. Agostino con il titolo “da Picasso a Warhol”.

FOTO – LE IMMAGINI PRIMA E DOPO L’INCIDENTE

«In qualità di suo procuratore – spiega Roberto – mi sono confrontato con le istituzioni locali per individuare un edificio che potesse accogliere la collezione. Carlo Bilotti aveva immaginato Colle Triglio come il “Colle dei Musei”, a palazzo Arnone la pittura antica, nell’ ex convento delle Carmelitane la collezione Bilotti per costituire il museo d’arte moderna e contemporanea e nell’annessa sconsacrata chiesa la Hirst e Saville Chapel luogo d’arte e meditazione in senso laico, spirituale non legato a specifica religione, su modello della Rothko Chapel a Houston e Matisse in Provenza, con le opere i 4 evangelistidi Damien Hirst e “the atonement studies diJenny Saville. Il complesso però era già destinato alla scuola alberghiera, S. Agostino a Museo archeologico, non si riusciva ad individuare un’altra sede istituzionale, il Comune di Roma metteva subito a disposizione l’edificio dell’aranciera di Villa Borghese e così la collezione costituisce la permanente del museo in parallelo ad una intensa attività espositiva temporanea e di eventi». 

Mancando dunque un edificio che accogliesse la collezione si è deciso di mettere le opere scultoree per strada: così nasce il Museo all’Aperto. Il progetto prevedeva un repertorio completo di grandi scultore moderni e contemporanei, ma non è stato completato per la prematura morte di Carlo Bilotti, parzialmente integrato dal fratello Enzo. 

LE POLEMICHE PER I RITARDI NEL RESTAURO

«Il mio sogno – annuncia ora Roberto Bilotti – sarebbe di poter completare il progetto e pertanto ho in corso contatti con Arnaldo Pomodoro per l’inserimento una sua opera e un’installazione di Giò Pomodoro». Il Mab è nato con un primo nucleo di sculture di Pietro Consagra, commissionate dal comune di Lampedusa e Linosa non portato a termine per mancanza di fondi. «Su incarico di mio zio ho concluso la trattativa tra il Comune committente, Consagra ed il laboratorio di Pietra Santa dove erano state realizzate. Consagra da urbanista ne aveva individuato la collocazione annullando il concetto di “centralità”, percorrendo i criteri del suo trattato su La Città ideale. Altre opere erano nella collezione altre individuate con le fondazioni de Chirico, Dalì; .Manzù che ha realizzato la fusione dal cardinale in ebano nella collezione Bilotti». Il Mab è stato inaugurato nel marzo 2005 dal presidente Unesco Italia prof. Giovanni Puglisi (e il segretario generale amb. Luca Biolato) che ha dato il via, a cura di un gruppo di studio costituito dal Comune e Soprintendenza, accademici dell’università, ai lavori di stesura del progetto che individua attraverso l’arte il veicolo di crescita sociale e di sviluppo economico candidando così Cosenza a sito Unesco. 

Obiettivo che, secondo Bilotti, «potrebbe essere riavviato a condizioni di consapevolezza, conservazione, valorizzazione e gestione che comporterebbero dal punto di vista pratico anche finanziamenti diretti alla tutela e recupero, alle strutture recettive per l’attivazione di piani di sviluppo turistico e piani di gestione con la costituzione di un rapporto tra flussi turistici e servizi culturali nella didattica, sicurezza, mobilità». Dal 2008 al 2010 Gianluca Nava ha curato la manutenzione straordinaria del Mab, dimostrando passione e apprezzamento personale ha realizzato un importante monitoraggio, raccogliendo 18 milioni di dati sullo stato di conservazione finalizzato alla rilevazione fattori di alterazione e degrado. Ha promosso con la Soprintendenza (le opere sono vincolate ope legis) il Congresso nazionale dell’Italian Group dell’International Institute a palazzo Arnone nel 2009 e divulgato attraverso primarie riviste scientifiche del settore quale Bella Italia nel marzo 2014. L’intervento di Nava su uno dei tre elementi del colonnato è durato 4 mesi ed ha previsto, in maniera inedita per la tecnica utilizzata, l’ancoraggio meccanico e chimico dei 35 frammenti che componevano l’opera dopo l’incidente del 24 novembre 2013.

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