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COSENZA – Un punto di primo soccorso, con tanto di defibrillatore semiautomatico. Ma anche un supporto per un gioco di ruolo, un sistema di videosorveglianza e un monitor per trasmettere video e messaggi. I totem “Urban generation” che nelle ultime settimane sono apparsi in tutta l’area urbana hanno più di una funzione e nel corso della sperimentazione che partirà a settembre ne potranno sviluppare altre, secondo le esigenze delle diverse amministrazioni. In tutto sono trenta e sono distribuiti tra Cosenza, Rende e l’Università della Calabria.

Sono stati realizzati da un gruppo di ragazzi, oggi poco più che trentenni, vincitori tre anni fa del bando “Social innovation” del Miur dedicato alle smart city e verranno presentati (e avviati) a settembre con una tre giorni di iniziative, giochi e concerti dal 18 al 20. L’obiettivo principale del progetto è quello di promuovere forme di mobilità sostenibile, incoraggiando buone prassi attraverso un gioco di ruolo dal vivo che si svilupperà nell’area urbana. Il modulo centrale è quello dedicato ai giocatori, che dovranno iscriversi e realizzare delle missioni per guadagnare punti. Agli studenti universitari, ad esempio, potrebbe essere richiesto di fare car pooling per raggiungere il campus, condividendo quindi un’unica auto. O ancora, a Cosenza, si potrebbe chiedere ai giocatori di non attraversare in auto corso Telesio.

La geolocalizzazione o i tag Rfid faranno il resto, certificando la riuscita o meno della missione. I totem daranno la possibilità di collegarsi al gioco (così come smartphone e pc) e ai siti istituzionali degli enti. I punti si tradurranno in sconti o premi da ritirare negli esercizi commerciali convenzionati. «Cerchiamo di insegnare buone pratiche urbane con un sistema di incentivi anziché di sanzioni. Anche l’Unione Europea ha riscontrato i risultati della gamification nei percorsi formativi», spiegano i soci di Urban Generation, associazione presieduta da Simone Longo. Il modulo inferiore del totem, invece, è una vera e propria cassetta di primo soccorso, anche in questo caso smart. Al suo interno un kit di pronto soccorso, un defibrillatore semiautomatico e un monitor con webcam che consente di collegarsi via skype con un operatore, inquadrare il ferito e chiedere assistenza. L’utilizzo sarà “adattato” a secondo della localizzazione. All’Unical, ad esempio, dove ci sono dipendenti che, sulla scorta di quanto previsto dalla normativa sulla sicurezza sui luoghi di lavoro, hanno fatto corsi di pronto soccorso, l’accesso alla cassetta di pronto soccorso sarà autorizzato solo per utenti abilitati.

A Cosenza e Rende, invece, sarà accessibile a tutti. Immaginiamo un medico di passaggio che si trova a soccorrere una persona ferita: saprà che a breve distanza ha tutto il necessario per il primo intervento. In prospettiva, il totem potrà essere collegato, ad esempio, con la Croce Rossa. Ma si immagina anche di dare l’opportunità ai commercianti del quartiere di seguire un corso di primo soccorso. Il modulo superiore del totem invece è un monitor in grado di trasmettere video, messaggi promozionali legati alle attività commerciali che aderiscono al gioco, informazioni utili. In cima due telecamere di videosorveglianza, a tutela del totem, ma collegate anche, con monitor forniti da Urban generation, alla centrale operativa della Polizia municipale, che potrà utilizzare le immagini per controllare il traffico.

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