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COSENZA – Sono cinque i nuovi corsi di laurea approvati dal Senato Accademico venerdì e che ora dovranno passare dalla verifica del Nucleo di Valutazione e del Coruc, il Comitato regionale di coordinamento delle università calabresi. Per altri tre corsi di laurea, di cui era stata proposta l’attivazione, è stato deciso invece il rinvio per un approfondimento.

LE NUOVE ATTIVAZIONI – Il Dibest (Dipartimento di Biologia, Ecologia e Scienze della Terra) ha proposto l’avvio, dall’anno accademico 2016/2017, del corso di laurea magistrale in Biotecnologie della Salute, naturale prosecuzione del corso triennale in Scienze e tecnologie biologiche, orientato all’approfondimento delle biotecnologie più avanzate nel campo della diagnostica e terapia delle malattie. Sempre il Dibest ha promosso anche l’attivazione del corso di laurea magistrale a ciclo unico in Conservazione e restauro dei Beni culturali, che sostituisce l’attuale corso di laurea triennale in Tecnologie per la conservazione e il restauro dei beni culturali e offre l’accesso al titolo di restauratore.

Il Dipartimento di Farmacia, Scienze della Salute e della Nutrizione, invece, si prepara ad inaugurare il suo primo corso di laurea in Professioni Sanitarie. Se passerà la verifica del Nucleo di Valutazione e del Coruc, infatti, dal prossimo anno sarà possibile iscriversi all’Unical al corso di laurea in Assistenza sanitaria. Proposto in collaborazione con il Dipartimento di Ingegneria per l’Ambiente e il territorio e Ingegneria chimica, il corso di laurea è costruito per una sanità sempre più deospedalizzata che offre assistenza per quelle patologie cronico-degenerative spesso invalidanti in età avanzata.

La proposta del Desf (Dipartimento di Economia, Statistica e Finanza) riguarda invece un corso di laurea magistrale in Finanza e assicurazioni (Finance and Insurance), con lezioni tutte in inglese. Approvata dal Senato anche la proposta del Dipartimento di Lingue e Scienze dell’educazione, che promuove l’attivazione di un corso di laurea magistrale orientato all’Ict in Gestione e conservazione dei documenti digitali.

LE PROPOSTE RINVIATE – Niente da fare, almeno per quest’anno, per altri tre corsi di laurea. È il caso della triennale in Ingegneria alimentare, che doveva unire le competenze degli ingegneri meccanici e gestionali del Dimeg con quelle del gruppo di ingegneri chimici che afferisce al Dipartimento di ingegneria informatica, modellistica, elettronica e sistemistica e ruota attorno al laboratorio di Reologia e ingegneria alimentare diretto dal professor Bruno De Cindio. Il Senato ha deciso di rinviarne l’esame ad una commissione allargata, composta dai direttori di sette dipartimenti. L’orientamento espresso dal rettore e dal Senato (almeno da una sua larghissima maggioranza) sarebbe quello di disegnare, nell’ambito dell’agroalimentare, un corso di laurea meno “settoriale” e non orientato solo a tecnologie e processi di produzione. La proposta di rinvio è stata l’unica a non essere approvata all’unanimità, ma con due uniche astensioni: quelle dei direttori dei dipartimenti proponenti, Leonardo Pagnotta (Dimeg) e Sergio Greco (Dimes).

Non passano per ora neanche la laurea magistrale in Lingue moderne per la comunicazione interculturale e l’impresa (proposta dal Lise e rinviata ad una rivisitazione più complessiva dell’offerta didattica nel settore delle scienze del turismo) e la laurea triennale in Rischi naturali e antropici, proposta dai docenti Lino Versace, Rosanna De Rosa e Marcello Maggiolini. In quest’ultimo caso si trattava di una bozza di riflessione per una laurea afferente alla classe di scienze geologiche, ma in grado di analizzare i rischi (naturali o indotti dall’uomo) con competenze interdisciplinari.

UNA RIFORMA A METÀ? – La riforma per ora approvata è senza dubbio moderata rispetto alle intenzioni espresse dal rettore Crisci. «Si tratta per lo più di corsi di laurea magistrale. Il che non mi dispiace nella misura in cui va ad affrontare il problema del calo di iscrizioni che noi riscontriamo soprattutto sui corsi di secondo livello, mentre reggiamo con le triennali. Io speravo però – dice il rettore Crisci – in un maggior coraggio da parte dei dipartimenti. La direzione indicata dalla maggioranza del Consiglio di Dipartimento di Scienze politiche, che aveva previsto una vera ristrutturazione con la disattivazione di corsi in sofferenza e l’apertura di nuovi, era quella giusta, per cui non nascondo il mio rammarico per com’è andata (la riforma non è stata approvata perché è mancato il numero legale nel Consiglio del Dispes, ndr). Non escludo, però, la possibilità che sia il Senato ad entrare nel merito, nelle prossime settimane, dell’offerta didattica complessiva dell’ateneo. La rivedremo sulla base dei dati di iscrizione e delle richieste che arrivano dai territori. Credo sia un’iniziativa che il Senato dovrà prendere e che potrà portare anche a scelte dolorose».

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