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COSENZA – Il laboratorio di ingegneria alimentare dell’Unical è il loro regno. Qui è nato Gel Oil, il condimento meno versabile ma più versatile, buono perché è olio extravergine d’oliva ma comodo come una confezione monodose di ketchup. Nessuna alterazione chimica: il team ha fatto ricorso al processo di organogelazione, che consente di dare all’olio consistenza solida o semi solida sfruttandone le proprietà termodinamiche e reologiche. La qualità del prodotto resta inalterato ma “ingabbiato” in una rete fisica che lo cristallizza in maniera stabile.

E la consistenza può essere modulata: Gel Oil nasce dall’esperienza maturata in quel laboratorio con il progetto “Spread Bio Oil” per ottenere l’olio spalmabile. Un esempio dell’innovazione nata dal mondo universitario calabrese, sotto i riflettori in queste settimane perché la nostra regione e l’Unical saranno la sede dell’edizione 2015 del Premio nazionale dell’Innovazione il 3 e 4 dicembre (LEGGI LA NOTIZIA).

Un anno dopo aver vinto la Start Cup Calabria e il premio Bacchiddu al Pni (LEGGI COS’È IL PNI), le giovanissime startupper – laureande, dottorande e assegniste di ricerca in ingegneria chimica, formate nel laboratorio del professor Bruno De Cindio – si dividono ora tra il camice e i loro nuovi impegni da imprenditrici. I primi atti sono stati la costituzione della società, ribattezzata Entropica srls, la registrazione di marchio e brevetto, l’incubazione a luglio all’interno di Technest che ora ne ospita la sede legale, fornisce supporto informativo, favorisce incontri con possibili investitori. Il cuore della startup è sempre il laboratorio dell’ateneo, che Entropica utilizzerà in regime di convenzione.

Perché anche se l’obiettivo principale dell’azienda è quello della produzione, le ragazze non dimenticano la proprio vocazione per la ricerca. Così, mentre da un lato cercano un partner con cui entrare nel mercato con il proprio innovativo dressing tutto olio d’oliva, dall’altro hanno avviato una serie di collaborazioni con aziende dell’agroalimentare, dal Trentino alla Calabria, che vogliono usare Gel Oil come grasso alimentare nei loro processi di produzione o per realizzare nuove salse. In questi primi mesi di incubazione, quindi, Entropica si è trasformata in una impresa che fa anche ricerca e sviluppo, in attesa di poter produrre.

«La produzione richiede finanziamenti importanti – spiegano Olga Mileti, Valentina Mancina, Federica La Gattuta – Nel nostro business plan avevamo previsto un investimento di 250 mila euro per l’adattamento impiantistico di uno stabilimento esistente. Abbiamo in corso un dialogo con un possibile partner e nel frattempo stiamo valutando se la tecnologia vada concessa in esclusiva». L’attività di ricerca e sviluppo è un ramo però altrettanto importante di Entropica. «La ricerca ci è cara. E lavorare in questo settore ci consente di finanziare l’impresa ma anche di garantirle una produzione più ampia e differenziata, che va dal grasso per l’industria alimentare alle salse gourmet», spiegano. Certo, il percorso di una startup è irto di ostacoli e di momenti di scoramento.

«La burocrazia è lenta e i modelli d’incubazione spesso sono pensati solo per l’Ict, mentre le nostre esigenze sono diverse», spiegano le ragazze di Gel Oil, le prime a vincere la gara calabrese per le migliori idee d’impresa partendo dall’agrifood e uniche finaliste al Pni 2014, insieme ad un’altra aspirante startup, con provenienza da questo settore. «Ma anche i momenti di difficoltà servono. Ti fanno crescere e maturare. E noi abbiamo scoperto anche che lavorare in un team tutto al femminile, con competenze così varie, è un vantaggio» commenta Olga Mileti. Per Gel Oil il team sta collaborando con un’azienda di Teramo, che ne ha progettato il confezionamento, e con un frantoio del Lazio che vuole testare il proprio olio nella nuova consistenza.

«La Start Cup e il Premio nazionale per l’Innovazione ci hanno dato grande visibilità. Molte richieste di collaborazione, da parte di potenziali partner, sono arrivate da lì». Gli stimoli provengono soprattutto dal Nord. «Abbiamo riscontrato più entusiasmo, è vero. Certo, abbiamo collaborazioni in corso anche in Calabria, ma quello che proponiamo è un prodotto altamente innovativo e sul territorio l’idea di “cambiare forma” all’olio d’oliva ha incontrato delle resistenze», spiegano le giovani imprenditrici. All’estero, dicono, il successo sarebbe immediato. «Perché lì aumenterebbe la disponibilità dell’olio d’oliva. Gel oil è pensato soprattutto per mense e fast food, come condimento veloce ma buono e nutriente. All’estero tra i suoi acquirenti avrebbe anche le casalinghe». L’obiettivo, in futuro, è proprio quello di estendere il mercato potenziale. «Prima, però, dovremo ampliare il brevetto, per tutelare il nostro prodotto».

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