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Il rettore Crisci

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IL RETTORE dell’Unical Gino Crisci non si mostra impressionato dai numeri e dai toni dell’incontro-dibattito organizzato dal fronte dei suoi dissidenti, conclusosi ieri sera con una richiesta di dimissioni. (LEGGI I PARTICOLARI).

«Un copione già scritto, tenuto conto che c’erano tutti gli elementi, meditati e incalzanti, per giungere a chiedere a gran forza le dimissioni del rettore come ultimo coup de théâtre» dice Crisci. Anche il cambio di sala «era già previsto dato che gli organizzatori erano ben consapevoli che tra i loro studenti, i ricercatori e le persone curiose di assistere al dibattito, lo spazio dello University club sarebbe stato angusto».

«Vorrei riportare l’informazione – va avanti il rettore nella sua nota – sul piano del programma per cui le donne e gli uomini di questa università mi hanno scelto come loro rettore, programma realizzato in grande parte, tenuto conto che è scritto per l’intero mandato. Credo sia doveroso per dare un punto di vista alternativo nel rispetto sia di chi segue la corrente dell’aspirante prossimo rettore (Crisci qui farebbe riferimento al professor Raffaele Perrelli, ndr) sia della moltitudine di studenti, personale tecnico e colleghi, che si chiedono cosa stia realmente accadendo. Vorrei comunque tranquillizzare tutti: per quanto criticato e bisognevole di qualche aggiustamento, lo Statuto dell’Università della Calabria contiene norme di garanzia tali che non consentono al rettore, chiunque egli sia, di governare da solo e in modo discrezionale, verticistico e irriguardoso delle istanze che provengono dalla comunità universitaria».

Tra le critiche e le contestazioni sollevate ieri nel dibattito il rettore dice di non scorgere «niente di nuovo», rispetto «a quanto già detto in passato». Si tratterebbe «dell’evoluzione di un discorso che è già in atto da settimane, e per il quale loro stessi annunciano nuove “puntate”, ma quello che stupisce è che si sia ricorso ad una sceneggiata con tanto di presunto stupore per la presenza massiccia di pubblico, dovuta soprattutto a quella dei loro studenti. Lo dimostra anche l’appendice dell’assemblea, durante la quale è nata una accesa discussione nella quale si contestava che il documento presentato per l’approvazione, fosse in realtà stato preconfezionato, strumentalizzando le idee di chi era andato liberamente ad assistere al dibattito pubblico».

«La sostanza alla quale bisogna guardare è, invece, altra ­ conclude il rettore – È quella di chi si impegna ogni giorno a risolvere i veri problemi dell’ateneo e non di chi trama per la gestione del potere. Il risultato dei pochi che mi avversano è solo quello di dare un’immagine falsata dell’università, mentre i risultati di qualità e successo dell’Unical, ottenuti grazie al lavoro di tutti, hanno riscontro sul panorama nazionale e internazionale».

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