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Il laboratorio di reologia

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RENDE (COSENZA) – ​Il neonato corso di laurea triennale in Ingegneria alimentare dell’Università della Calabria raccoglie una sfida. Quella di trasformare una collaudata tradizione nell’ambito della ricerca – e della ricerca d’eccellenza – in didattica di alta qualità. Il gruppo di ingegneri chimici – Domenico Gabriele, Vincenza Calabrò, Stefano Curcio, guidati dal decano Bruno De Cindio – che ha curato il progetto può vantare un curriculum di tutto rispetto.

Promossi a pieni voti dall’Anvur, sono titolari di collaborazioni con multinazionali del settore alimentare (da Barilla a United Biscuits), detengono brevetti e hanno sostenuto la nascita di spin off e startup (l’olio che si spalma, già sul mercato, o l’olio in gel arrivano dal loro laboratorio). In più, non difettano certo di pazienza. In una ricostruzione storica del progetto – ieri, durante il lancio ufficiale del corso di laurea – Sergio Greco, direttore del Dimes (Dipartimento di Ingegneria informatica, modellistica, elettronica e sistemistica), è riuscito a fissare verso la fine degli anni ‘70 la prima proposta. «La caldeggiò De Julio, fu bocciata, credo per gelosie, e portò anche alle dimissioni per protesta del preside. Verso gli inizi degli anni Duemila – ricostruisce Greco – il progetto è ritornato con i professori Iorio e De Cindio. Respinto anche in quel caso. In tempi più recenti altre due bocciature. Oggi finalmente il progetto parte e vede il coinvolgimento di un’ampia area di ingegneri, che comprende i dipartimenti di meccanica, energetica e gestionale e di civile».

La governance dell’ateneo pure festeggia il risultato. «In passato l’Unical era condizionata dalla presenza di Agraria a Reggio. Dopo la riforma alcuni vincoli sono caduti – dice il rettore Gino Crisci – Anzi l’università di Reggio è anche pronta a collaborare con noi».

Per il delegato alla Didattica Francesco Scarcello l’avvio di Ingegneria alimentare «è un obiettivo importante del mio mandato che va in porto. Il rettore mi aveva dato l’incarico di lavorare sul settore agroalimentare. Il nuovo corso, che nasce su solide basi scientifiche, può essere motivo d’attrazione per studenti di altre regioni». Per questo primo anno le iscrizioni al corso, previsto nell’offerta del Dimes, partiranno a fine luglio, dopo la pubblicazione del bando d’iscrizione generale dell’ateneo. «La graduatoria d’ammissione – spiega Stefano Curcio, professore associato di Principi di Ingegneria chimica – sarà stilata sulla base del voto di diploma, per questo primo anno. Il test on line, Tolc, si terrà a settembre. Sarà obbligatorio, ma non selettivo: servirà a valutare la preparazione iniziale».

I posti previsti sono 75. «Il corso di laurea – continua Curcio – formerà ingegneri capaci di coniugare competenze industriali con una formazione trasversale. Andrà a colmare una significativa lacuna tecnologica. Il nostro ingegnere alimentare accompagnerà i processi di innovazione delle aziende alimentari e lo sviluppo di nuovi prodotti e sarà in grado di gestire un’intera filiera, from farm to fork». Dalla coltivazione alla tavola. «I prodotti alimentari – aggiunge De Cindio – sono prodotti high tech. I processi di sicurezza alimentare e il packaging richiedono alta tecnologie. E le piccole e medie imprese rischiano di essere tagliate fuori perché non possono sostenere i corsi di frequenti e diverse consulenze esterne. L’ingegnere alimentare riassume in sé tutte le competenze necessarie».

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