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L'unical di Rende

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COSENZA – I giovani calabresi hanno sempre un gap da recuperare. Che si tratti di matricole alle prese con l’avvio della propria esperienza universitaria oppure di neo laureati alla ricerca di un’occupazione. È quanto emerge dalla lettura del XIX rapporto sul profilo e sulla condizione occupazionale dei laureati italiani che il consorzio Almalaurea ha presentato nei giorni scorsi presso l’Università di Parma. L’indagine ha riguardato 71 università italiane e un campione di circa 270mila laureati nel 2016, per definire il profilo dei laureati. L’analisi, invece, sulla condizione occupazionale ha interessato 620mila laureati di primo e secondo livello che hanno conseguito il titolo nel 2015, nel 2013 e nel 2011, intervistati a uno, tre e cinque anni dalla laurea. In Calabria sono stati intervistati 6.649 laureati e il campione più significativo riguarda l’Università della Calabria con 4.456 ragazzi coinvolti.

LA RIUSCITA NEGLI STUDI – Gli iscritti ai corsi di laurea triennale dell’Università della Calabria impiegano in media più tempo per concludere il proprio percorso di studi rispetto al dato nazionale. L’età media alla laurea, nel complesso, è di 26,3 anni rispetto ai 26,1 anni degli altri atenei. Il resto del sistema universitario calabrese non si discosta molto, se non in peggio: il dato regionale, infatti, si attesta a 26,6 anni. Un laureato Unical chiude la triennale a 25 anni e la magistrale a 27,7: in media, nel resto del Paese, si concludono gli studi a 24,9 anni e 27,5.

«Un dato su cui incide il ritardo nell’iscrizione al percorso universitario: non tutti i diplomati, infatti, si immatricolano subito dopo aver ottenuto il titolo di scuola secondaria superiore» scrive Almalaurea. È un altro, però, il parametro che testimonia una difficoltà degli iscritti in Calabria a completare il percorso triennale. Il rapporto, infatti, ci dice che la durata media del corso triennale all’Unical è di 5,2 anni, con un ritardo di 1 anno e 8 mesi nel conseguimento della laurea. La media nazionale, invece, è di 4 anni e 4 mesi, con un ritardo di 1 anno e 1 mese. Un dato che, unito al raffronto tra i risultati riportati nei test d’ingresso, spinge a riflettere sulla preparazione iniziale delle matricole e sul sistema scolastico calabrese. Possiamo dire però – al netto della selezione che si compie nel passaggio dalla laurea triennale a quella magistrale – che gli studenti dell’Unical mostrano performance da fondisti: recuperano sulla distanza.

La durata media del corso di laurea magistrale, infatti, è quasi in linea con il dato nazionale. Il titolo di studio di secondo livello arriva dopo tre anni: due mesi in più rispetto alla media del Paese. Più bassi, ma di poco, i voti di laurea. Quello medio è 99,8 su 110: 95,6 per i laureati di primo livello e 106,8 per i magistrali biennali. La media nazionale è 102,5: 99,6 per i laureati triennali e 107,7 per chi consegue il titolo magistrale. Gli studenti dell’Unical frequentano di più le lezioni: il 79,5 per cento è sempre presente in aula, per almeno tre quarti degli insegnamenti previsti dal piano di studi (contro il 69 per cento della media nazionale). Fanno, però, meno esperienza all’estero e meno tirocini. L’indagine di Almalaurea rivela che il 12 per cento dei laureati italiani ha fatto un’esperienza di studio all’estero, riconosciuta dal corso di laurea, e che il 56 per cento ha svolto tirocini: queste percentuali all’Unical scendono però, rispettivamente, al 6 e al 48 per cento.

LA CONDIZIONE OCCUPAZIONALE – Il rapporto conferma una tendenza già rilevata in passato. I laureati dell’Unical impiegano in media più tempo per trovare lavoro e ovviamente il contesto socio-economico regionale ha un peso determinante. Almalaurea ha intervistato 2.685 laureati triennali del 2015, focalizzandosi sulle performance occupazionali di chi non ha proseguito gli studi, iscrivendosi ad un corso magistrale (circa il 32 per cento). Il tasso di occupazione, ad un anno dal conseguimento dal titolo, è del 48 per cento, con un divario di 20 punti rispetto alla media nazionale del 68 per cento.

Più bassa anche la retribuzione netta: 897 euro contro 1.104. Divario analogo per i laureati magistrali. Solo il 51 per cento lavora ad un anno dalla seduta di laurea (1.277 intervistati), contro il 71 per cento. Il gap si assottiglia sul lungo periodo, perché si scopre che a cinque anni dalla laurea magistrale il 73 per cento degli ex studenti dell’Unical (1.320 intervistati) lavora, contro una media nazionale dell’84. Cambia poco sul fronte della retribuzione. I laureati magistrali guadagnano di più (1.224 euro a cinque anni dal titolo), ma la media nazionale, con 1.405 euro, resta più alta.

IL GRADIMENTO – L’89 per cento dei 4.456 laureati Unical intervistati per il XIX rapporto Almalaurea si dice soddisfatto della propria esperienza all’Università della Calabria. Un dato che migliora leggermente la media nazionale, “ferma” all’87,6 per cento. L’88 per cento è soddisfatto del rapporto con i docenti, mentre le aule si confermano tallone d’Achille: solo il 66 per cento le ritiene adeguate. Nel complesso, infine, il 66 per cento degli intervistati – rispetto ad una media nazionale del 68,1 – si iscriverebbe di nuovo all’Unical, confermando non solo l’ateneo ma anche il corso seguito.

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